Medicina alternativa bambini: rischi, studi e cosa devono sapere i genitori

Scopri la medicina alternativa per i bambini e i suoi potenziali rischi. Informati sui trattamenti naturali per i più piccoli

Negli ultimi anni sempre più famiglie si avvicinano alla medicina alternativa per i bambini, spinti dal desiderio di trattamenti “naturali”, meno invasivi e privi di effetti collaterali. Tuttavia, ciò che spesso non viene considerato è che naturale non significa automaticamente sicuro, e che molte terapie alternative non sono supportate da evidenze scientifiche solide, soprattutto quando si tratta di età pediatriche.

Già più di dieci anni fa, alcuni studi internazionali avevano evidenziato rischi importanti legati all’uso improprio di rimedi omeopatici, fitoterapici o altre pratiche complementari. Oggi, con il crescente interesse per le cure naturali, questo tema è tornato di grande attualità e richiede un’informazione chiara e aggiornata.

Una delle ricerche più discusse è stata quella del Royal Children Hospital di Melbourne, guidata dalla dottoressa Alissa Lim e pubblicata su Archives of Disease in Childhood, che ha messo in luce i rischi associati a un uso incontrollato della medicina alternativa nei più piccoli. Il problema, però, è tutt’altro che superato: ancora oggi gli esperti ricordano ai genitori la necessità di affidarsi a professionisti qualificati e di non sostituire mai una terapia medica con interventi non provati.

Perché tanti genitori scelgono la medicina alternativa?

La crescente popolarità delle terapie complementari è legata a vari fattori: il desiderio di maggiore “naturalità”, la paura degli effetti collaterali dei farmaci tradizionali e la ricerca di approcci più dolci per problemi come raffreddori, insonnia, coliche, allergie o disturbi digestivi.

Tuttavia, secondo le più recenti revisioni scientifiche, solo poche pratiche alternative dispongono di un supporto chiaro basato sull’evidenza. Molte altre rimangono prive di prove sufficienti di efficacia o, peggio, possono risultare dannose se utilizzate in modo scorretto, specialmente in età pediatrica.

Le società pediatriche europee e internazionali ricordano che i bambini non sono “mini adulti”: hanno sistemi immunitari e metabolici ancora in sviluppo, e ciò rende più rischioso l’uso di prodotti non regolamentati o non testati adeguatamente.

Lo studio che ha evidenziato i rischi

La ricerca australiana condotta dal Royal Children Hospital di Melbourne ha analizzato le segnalazioni di problemi pediatrici correlati all’assunzione di farmaci alternativi e complementari tra il 2001 e il 2003, raccolte dall’Unità di Sorveglianza Pediatrica Australiana. Gli studiosi hanno rilevato 39 casi di eventi avversi, dei quali ben 30 erano associati “probabilmente o definitivamente” alla medicina alternativa.

Il dato più allarmante è che in 17 casi i bambini avevano subito complicazioni gravi perché un trattamento medico convenzionale era stato abbandonato o sostituito con un rimedio omeopatico. Inoltre, i ricercatori registrarono anche 4 decessi, attribuiti talvolta all’uso improprio dei prodotti alternativi o alla sospensione della terapia farmacologica tradizionale.

Tra gli episodi riportati dallo studio, uno dei più tragici riguarda un bambino di 8 mesi morto per malnutrizione e setticemia dopo che i genitori avevano limitato la sua alimentazione al solo latte di riso, utilizzato come rimedio fai-da-te contro la congestione respiratoria.

Le conseguenze più comuni associate all’uso scorretto di medicine alternative comprendevano: costipazione, sanguinamento, reazioni allergiche, ulcere alla bocca, convulsioni, ritardo della crescita, infezioni e malnutrizione.

L’opinione degli esperti

A commentare i risultati della ricerca è stato Edzard Ernst, Professore di Medicina complementare all’Università di Exeter, uno dei massimi esperti mondiali nella valutazione scientifica delle terapie alternative. Le sue parole sono rimaste emblematiche:

“Molti dei decessi sono dovuti al mancato uso di medicine convenzionali, per la ‘fede’ delle famiglie nelle medicine complementari ed alternative e la loro determinazione ad usarle malgrado i consigli medici”.

Ernst sottolinea da anni che il rischio principale non è quasi mai il rimedio alternativo in sé, ma la decisione di sostituirlo totalmente ai trattamenti clinicamente validati.

Cosa è cambiato oggi?

Negli ultimi anni la percezione della medicina alternativa è cambiata, ma non abbastanza. Se da un lato la regolamentazione europea sui prodotti naturali è diventata più severa, dall’altro la diffusione online di consigli non scientifici – spesso veicolati sui social – continua a rappresentare una minaccia per la salute dei bambini.

Alcune novità rilevanti includono:

  • Maggiore controllo sugli integratori e sui prodotti fitoterapici destinati ai minori.
  • Linee guida pediatriche più chiare sull’uso di rimedi naturali, pubblicate da associazioni come l’OMS e le società europee di pediatria.
  • Maggiore consapevolezza da parte dei genitori, che oggi chiedono più spesso al pediatra prima di somministrare un prodotto alternativo.
  • Prove scientifiche più solide che dimostrano l’inefficacia di alcuni trattamenti molto diffusi, riducendone l’utilizzo.

Nonostante ciò, permane il rischio di affidarsi a informazioni scorrette, specialmente quando si parla di malattie serie come infezioni, convulsioni, allergie o disturbi respiratori.

Medicina alternativa: quando può essere utile e quando no

Gli esperti riconoscono che alcune pratiche alternative o complementari possono essere integrate alle terapie convenzionali, purché sotto controllo medico.

Ad esempio:

  • Fitoterapia per lievi disturbi digestivi o del sonno (solo prodotti certificati e dosaggi pediatrici).
  • Massoterapia e tecniche corporee per tensioni, coliche e ansia.
  • Alcune pratiche di rilassamento utili per migliorare il benessere generale.

Invece, rimangono fortemente sconsigliate in età pediatrica:

  • le pratiche prive di evidenze scientifiche;
  • i rimedi non regolamentati o acquistati online;
  • la sostituzione totale di una terapia medica con interventi alternativi;
  • l’uso di prodotti “fai da te”, non adatti alla fisiologia infantile.

Le raccomandazioni delle società pediatriche

Le principali organizzazioni mediche internazionali concordano su un punto: prima di utilizzare un rimedio alternativo nei bambini è necessario consultare il pediatra. Questo permette di evitare rischi, interazioni o ritardi diagnostici.

Le linee guida raccomandano inoltre:

  • mai sospendere una terapia medica senza consultare un professionista;
  • evitare prodotti naturali non certificati o privi di dosaggi pediatrici;
  • diffidare delle testimonianze online non supportate da dati scientifici;
  • preferire approcci integrati, sempre supervisionati da un medico.

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Naturale non significa sempre sicuro

L’interesse per la medicina alternativa nei bambini è comprensibile, ma richiede prudenza e informazione corretta. Le ricerche, vecchie e nuove, mostrano chiaramente che l’uso improprio dei rimedi naturali può causare danni seri, soprattutto quando sostituisce le cure tradizionali.

L’unica strategia davvero sicura è il percorso integrato: ascoltare i bisogni dei piccoli, valutare approcci complementari quando appropriati e seguire sempre il parere del pediatra. Perché il benessere dei bambini passa prima di tutto dalla scienza, non dalle mode.

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