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Eccellenza sanitaria: i 15 ospedali italiani ai vertici nazionali

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Il rapporto 2025 del Piano Nazionale Esiti (PNE) rappresenta uno strumento fondamentale per valutare e potenziare la qualità dell’assistenza sanitaria nel nostro Paese. I dati pubblicati offrono una fotografia articolata della sanità italiana, mostrando da una parte miglioramenti concreti e dall’altra disparità che persistono, specialmente tra le regioni settentrionali e quelle meridionali. Tra i risultati più significativi emergono 15 strutture ospedaliere che hanno raggiunto livelli di eccellenza straordinari, distinguendosi per prestazioni sanitarie di altissimo livello in tutti gli ambiti clinici esaminati.

Come vengono valutate le strutture sanitarie

L’edizione 2025 del PNE ha preso in esame complessivamente 1.117 presidi ospedalieri italiani, sia del settore pubblico che privato, utilizzando 218 parametri di valutazione della qualità. Tra questi, 189 sono dedicati all’assistenza in ambiente ospedaliero e si suddividono in 67 parametri relativi agli esiti delle cure e dei processi, 101 legati ai volumi delle attività erogate e 21 connessi ai ricoveri ospedalieri. Completano il quadro 29 parametri riguardanti l’assistenza sul territorio, analizzati attraverso ricoveri evitabili, risultati a distanza e accessi inappropriati ai servizi di emergenza.

Questo approccio analitico approfondito ha consentito di valutare non soltanto i risultati conseguiti dalle varie strutture, ma anche l’efficienza nella gestione delle risorse disponibili e la capacità di soddisfare le esigenze sanitarie della popolazione.

Le strutture ospedaliere d’eccellenza nel territorio nazionale

Il rapporto 2025 del PNE ha identificato 15 presidi ospedalieri che hanno conseguito i punteggi più elevati in termini di qualità assistenziale. Queste strutture hanno ricevuto valutazioni “alte” o “molto alte” in tutti gli ambiti analizzati, confermando come l’eccellenza sanitaria in Italia sia un traguardo conquistato da un numero limitato di realtà selezionate. Di seguito l’elenco completo delle 15 strutture:

  1. Ospedale di Savigliano (Piemonte) – 8 aree valutate
  2. Ospedale di Mestre (Veneto) – 8 aree valutate
  3. Ospedale Bolognini (Lombardia) – 6 aree valutate
  4. Ospedale di Montebelluna (Veneto) – 6 aree valutate
  5. Ospedale Bentivoglio (Emilia-Romagna) – 6 aree valutate
  6. Ospedale di Città di Castello (Umbria) – 6 aree valutate
  7. Ospedale Maggiore di Lodi (Lombardia) – 7 aree valutate
  8. Fondazione Poliambulanza (Lombardia) – 7 aree valutate
  9. Ospedale Papa Giovanni XXIII (Lombardia) – 7 aree valutate
  10. Istituto Clinico Humanitas (Lombardia) – 7 aree valutate
  11. Ospedale di Cittadella (Veneto) – 7 aree valutate
  12. Ospedale di Fidenza (Emilia-Romagna) – 7 aree valutate
  13. P.O. F. Lotti Stabilimento di Pontedera (Toscana) – 7 aree valutate
  14. Stabilimento Umberto I – G. M. Lancisi (Marche) – 7 aree valutate
  15. A.O.U. Federico II di Napoli (Campania) – 7 aree valutate

Queste realtà ospedaliere si sono contraddistinte per l’elevata qualità delle cure erogate e per la capacità di mantenere standard eccellenti in tutti i settori analizzati, dalla chirurgia all’oncologia, dalla cardiologia ad altre specialità essenziali.

Le differenze territoriali ancora marcate

Nonostante le prestazioni eccellenti di queste strutture, il rapporto PNE 2025 continua a evidenziare significative differenze territoriali. Il divario tra regioni settentrionali e meridionali rimane marcato, con numerose aree del Sud che affrontano problematiche strutturali, in particolare nella gestione della gravidanza, del parto e delle patologie cardiovascolari. Complessivamente, 198 ospedali sono stati individuati come necessitanti di miglioramenti, con una prevalenza di queste strutture nelle regioni meridionali. Tuttavia, anche alcune zone del Nord, inclusa la Lombardia, hanno mostrato criticità, dimostrando che l’eccellenza non è sempre uniforme, nemmeno nelle aree più sviluppate.

Cardiologia, oncologia e ostetricia: settori sotto la lente

L’analisi ha inoltre evidenziato i comparti in cui l’Italia ha compiuto passi avanti rilevanti. Nel campo cardiologico, ad esempio, la rete di emergenza si è dimostrata efficace nel contenere gli eventi gravi, grazie alla specializzazione delle strutture secondo il modello hub e spoke. Anche nel settore oncologico si registrano progressi, con particolare riferimento alla chirurgia del tumore mammario, che è passata da una qualità del 72% nel 2015 al 90% nel 2024. Permangono tuttavia disparità in altri ambiti, come il ricorso al taglio cesareo, che resta eccessivamente elevato, soprattutto nelle regioni meridionali, dove si superano frequentemente i valori consigliati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Leggi anche: Come si partorisce in Italia? Viaggio tra gli ospedali italiani

Prospettive per il sistema sanitario nazionale

Nonostante i miglioramenti registrati, il sistema sanitario italiano deve ancora affrontare numerose sfide. In particolare, l’innovazione tecnologica, come l’impiego della robotica in ortopedia e urologia, sta generando benefici considerevoli, ma persistono lacune significative, specialmente nella gestione delle malattie croniche come lo scompenso cardiaco e il diabete, che continuano a causare tassi elevati di ricovero ospedaliero.

Il rapporto PNE 2025 conferma che il sistema sanitario italiano sta progredendo, ma è indispensabile un aggiornamento costante delle normative e una riorganizzazione dell’assistenza primaria, come previsto dal decreto ministeriale 77 del 2022. Solo attraverso queste azioni sarà possibile ridurre il divario tra le diverse aree geografiche del Paese e assicurare a tutti i cittadini un accesso equo e tempestivo a cure di qualità elevata.

In conclusione, sebbene l’Italia possa contare su strutture ospedaliere di eccellenza, è essenziale proseguire nel miglioramento e nell’affrontare le disparità territoriali, garantendo un futuro più equo per l’intero sistema sanitario nazionale.

Fonte: Agenas

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