desiderio e cervello

Desiderio e cervello: quando l’intimità con la persona amata rafforza la connessione

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Incontro sensomotorio: è il termine che descrive l’esperienza profonda e coinvolgente che avviene tra due persone innamorate quando condividono momenti di autentica intimità. Questo legame speciale è influenzato dal desiderio e dal cervello, che giocano entrambi un ruolo fondamentale.

L’amore che stimola il cervello

Secondo il celebre sessuologo statunitense David Schnarch, vivere un’unione fisica con la persona amata ha effetti diretti sul cervello. Non solo migliora l’umore, ma stimola attivamente la mente, rafforzando il desiderio e l’attrazione per il partner, sostenendo quindi il desiderio per il partner anche su un piano neurologico.

Durante questi momenti di fusione emotiva e corporea, infatti, si attivano connessioni neurali profonde, che potenziano la voglia di cercare nuovamente quel tipo di contatto. L’effetto è duplice: da un lato si consolida il legame affettivo, dall’altro si amplifica il piacere di condividere quell’esperienza, rendendola sempre più desiderabile.

“Le relazioni in generale diventano più stabili, l’attrazione per una persona cara è più forte”,

spiega Schnarch.

Neuroplasticità e relazione di coppia

Uno dei concetti chiave emersi dalle ricerche è quello di neuroplasticità, ovvero la capacità del cervello di modificarsi in base alle esperienze vissute. L’intimità affettiva – soprattutto quella arricchita da un forte legame emotivo – è una di queste esperienze, legata, come sempre, al desiderio e al cervello.

Quando due partner condividono un contatto profondo e si guardano negli occhi durante l’unione, il cervello registra questa vicinanza come un evento di grande valore. Secondo Schnarch, mantenere il contatto visivo durante i momenti di unione fisica aiuta a consolidare la connessione cerebrale tra i due individui, rafforzando la coppia nel suo insieme.

Dopamina: l’ormone del piacere e della ricompensa

Già in passato, il neuroscienziato Knut Kampe aveva approfondito l’importanza del contatto visivo durante l’unione. Secondo i suoi studi, guardare il partner negli occhi mentre si è coinvolti fisicamente aumenta la produzione di dopamina, il neurotrasmettitore responsabile del sistema di ricompensa del cervello, quindi desiderio e cervello lavorano insieme.

La dopamina, infatti, è legata al piacere, alla motivazione e alla sensazione di benessere. Una maggiore produzione di questo ormone durante i momenti intimi non solo rende l’esperienza più intensa, ma crea un circolo virtuoso: il cervello la memorizza come gratificante e ne desidera di più.

Il legame tra mente, emozioni e desiderio

In sintesi, la scienza conferma ciò che molti innamorati hanno sempre intuito: quando l’intesa emotiva è forte, anche il desiderio cresce. Il corpo e la mente si influenzano reciprocamente, e l’affetto autentico diventa un catalizzatore del piacere condiviso alimentato dal desiderio e dalla mente.

L’intimità non è solo questione di pelle, ma anche di connessione profonda, di sguardi che si cercano e si comprendono senza parole. Quando si è veramente presenti l’uno per l’altro, ogni incontro diventa un’occasione per rinforzare il legame e accendere nuove scintille di complicità.

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La forza di uno sguardo

Se vogliamo migliorare la qualità della nostra relazione di coppia, cominciamo da un gesto semplice ma potentissimo: guardarsi negli occhi. È lì che si attiva la magia, quella che rende l’intimità più viva, il desiderio più autentico, e il cervello… sempre più curioso di tornare a vivere quell’emozione, seguendo inoltre il percorso di desiderio e cervello che guida l’affetto.

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Giornalista pubblicista, classe 1977, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing e correzione di bozze. Direttore di wellme per tre anni, scrive per greenMe da dieci. È volontaria Nati per Leggere in Campania