Si celebra ogni anno il 17 novembre la Giornata Mondiale del Neonato Prematuro, un appuntamento che dal 2025 è stato ufficialmente riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come campagna globale dedicata alla consapevolezza e alla prevenzione della prematurità. L’OMS sottolinea l’importanza di garantire a ogni neonato pretermine un inizio di vita il più possibile sano e protetto attraverso cure adeguate, strutture dedicate e un forte sostegno alla famiglia.
La SIN – Società Italiana di Neonatologia – ribadisce il valore della prevenzione e della creazione di contesti ospedalieri “a misura di famiglia”, affinché i genitori possano essere parte attiva del percorso di cura, soprattutto durante momenti di grande fragilità emotiva.
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I dati
Secondo gli ultimi rapporti, circa 15 milioni di bambini nel mondo nascono prematuri ogni anno (1 su 10). Le complicazioni legate alla prematurità rappresentano una delle principali cause di mortalità nei bambini sotto i 5 anni.
In Italia, i numeri si mantengono stabili: sono circa 40mila i neonati che ogni anno nascono pretermine (6,9% dei nati vivi). La maggior parte arriva al mondo dopo la 32ª settimana, mentre circa il 2% nasce in epoca gestazionale molto più precoce, prima delle 28 settimane, fascia in cui aumenta significativamente il rischio clinico.
Per i neonati che sopravvivono, la probabilità di disabilità più o meno gravi resta inversamente proporzionale all’età gestazionale. Sopra le 32 settimane il rischio è dello 0,5-1%, ma può raggiungere il 10-20% sotto le 32 settimane.
“Si tratta di un fenomeno in crescita, diventato un problema di salute pubblica, che deve essere considerato in termini di prevenzione, cura e assistenza e che induce a riflettere sull’inizio vita in modo sempre più responsabile”.
È quanto sottolinea il prof. Costantino Romagnoli, presidente della SIN.
Una particolare attenzione riguarda i nati da parto estremamente pretermine (prima delle 28 settimane). Questi neonati, molto fragili e con sistemi d’organo ancora immaturi, necessitano di cure altamente specializzate e continuative. I costi sanitari relativi al loro trattamento oscillano tra i 100 e i 300mila euro, ai quali vanno aggiunti i costi dell’eventuale follow-up, della riabilitazione e del supporto scolastico.
Le cause
Le principali cause della prematurità restano:
- patologie della gravidanza (ipertensione, diabete, infezioni)
- gravidanze a rischio (malformazioni uterine, gemellarità, PMA)
- età materna sotto i 20 o oltre i 38 anni
- stili di vita non idonei (fumo, alcol, droghe)
- assenza di prevenzione e controlli regolari
Negli ultimi anni, inoltre, l’OMS ha evidenziato come l’accesso non uniforme alle cure prenatali e neonatali rappresenti un fattore determinante nelle differenze dei tassi di sopravvivenza tra i vari Paesi.
“Assicurare ai nati pretermine il pieno diritto alla vita, alle cure e alla salute, come già sancito dai principi di bioetica e dalla giurisprudenza, richiama noi tutti a una forte responsabilità”
continua il prof. Romagnoli.
Il ruolo delle terapie intensive neonatali
L’impegno della SIN oggi è focalizzato su un modello di cura che non solo garantisca la sopravvivenza, ma che promuova il benessere emotivo e il coinvolgimento dei genitori. Negli ultimi anni hanno assunto un ruolo centrale pratiche come:
- Kangaroo Mother Care (KMC): il contatto pelle-a-pelle precoce migliora sopravvivenza, termoregolazione e sviluppo neurologico;
- Rooming-in e Family Room per aumentare la presenza dei genitori nelle TIN;
- allattamento materno come supporto immunitario e nutrizionale essenziale;
- umanizzazione delle cure e rispetto del consenso informato.
La SIN ha inoltre contribuito alla stesura del “Manifesto dei diritti del bambino nato prematuro” promosso da Vivere Onlus, che sancisce i principi fondamentali per la tutela del neonato e della famiglia.
“Stiamo lavorando per rendere la totalità dei punti nascita italiani, e le annesse Unità di Terapia Intensiva Neonatale, non solo a misura di bambino ma anche a misura di famiglia, secondo un principio inclusivo di ‘care’, favorendo la vicinanza dei genitori ai loro piccoli 24 ore su 24, utilizzando tutti gli strumenti come il Rooming-in, la Kangaroo Mother Care, sognando la realizzazione delle Family Room…”
Prevenzione e responsabilità sociale
La prevenzione resta l’aspetto più efficace per ridurre i casi di prematurità. L’OMS ribadisce l’importanza di:
- assistenza prenatale regolare;
- diagnosi precoce delle complicazioni;
- promozione di stili di vita sani;
- accesso equo alle cure per tutti, senza differenze territoriali o socioeconomiche.
“La medicina è in grado di prevenire in molti casi i parti pretermine, ma educare alla prevenzione è determinante per difendere la qualità della vita e ridurre i costi della spesa sanitaria”.
Una responsabilità condivisa che riguarda istituzioni, operatori sanitari e società civile.