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9 cose da non dire a una madre che lavora

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Essere mamme è uno dei lavori più impegnativi che Madre Natura abbia inventato. L’accudimento dei piccoli richiede una dose infinita di amore . che però di solito è in dotazione fin dalla comparsa della prima cellula – più un’immensa pazienza, una grande forza, tanta energia, un oceano di calma, allegria a non finire e una notevole praticità, indispensabile per riorgannizare la vita propria, quella del bimbo e, spesso, quella del compagno.

Si tratta di un vero e proprio gioco di equilibri, dove il più piccolo spostamento improvviso può far crollare l’intera struttura. Sulle spalle della mamma, ovviamente.

Quando, oltre a questa a questa attività, si aggiunge il lavoro, la situazione si fa complessa. Nella rotazione dei birilli va inserito anche il tempo da dedicare agli obiettivi professionali. La tensione che una mamma lavoratrice sopporta ogni giorno è altissima: una minima distrazione e tutto può andare a rotoli.

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Sospese tra mille pensieri, tutti urgenti e gravi, le mamme lavoratrici si trovano spesso a fronteggiare individui sarcastici o semplicemente indelicati, che possono rovinare una bella giornata con una sola frase, in grado di spingere la donna a gravi riflessioni e pesanti autocritiche. Non tutte reagiscono con rabbia ed è un peccato, perché le critiche prive di intelligenza vanno semplicemente respinte.

Evitare lo scontro è possibile. Per chi sta dall’altra parte, basta tenere a mente le 9 cose da non dire a una madre lavoratrice. Per le madri, basta trovare la risposta giusta ad ogni domanda.

1. Hai veramente bisogno di lavorare?

Se la domanda è stupida, dicevamo prima, qualsiasi risposta è giustificata. In quest’epoca di crisi, avere un solo stipendio è difficile. Molte mamme lavorano per avere un tenore di vita normale e potersi permettere le vacanze o qualche spesa imprevista. Inoltre, avere un figlio non vuol dire rinunciare a se stesse. Lavorare, avere un obiettivo professionale, è salutare per qualsiasi essere umano. Aiuta a mantenersi in contatto con il resto del mondo, a sviluppare il proprio talento e a non chiudersi unicamente sul nuovo arrivato.

2. Non sei preoccupata di non essere abbastanza presente per i tuoi figli?

Anche mentre sta lavorando, una madre pensa sempre ai suoi figli. Essere altrove fisicamente non vuol dire abbandonarli chissà dove. Le madri lasciano la loro prole nelle mani migliori, così che i piccoli possano beneficiare di stimoli esterni arricchenti. Inoltre, il tempo passato con i figli deve essere un tempo di qualità. È impossibile che lo sia per 24 ore consecutive. L’importante è imparare a dare tutta la propria attenzione al piccolo, quando si sta con lui, senza altre distrazioni.

3. Hai sentito di quella ricerca sui figli delle mamme lavoratrici?

La risposta migliore sarebbe “no e non mi interessa”. Dall’esterno sembrano tutti ottimi pediatri, psicoterapeuti, genitori modello e perfetti educatori. Ma la quotidianità è ben altra cosa, rispetto a un qualsiasi studio. Quindi è inutile confrontarsi con dati scientifici, se privi del contesto giusto. Meglio mettersi in discussione, questo si, e confrontarsi con chi sta facendo la stesa esperienza o con gli esperti veri, che abbondano in ogni campo.

4. Dev’essere bello fare una pausa dai bambini

L’infame assunto agisce sui molteplici sensi di colpa già presenti in ogni genitore. Lavorare non è una pausa dal faticoso stato di essere mamma. Non è un’alternativa alla noia. Una madre non va a lavorare perché non ce la fa più a stare con i propri figli. Si configura il ricatto morale “se una donna si allontana dai propri figli vuol dire che non li ama“. Ma non è così e passare del tempo separati è vitale sia per la madre che per il figlio.

5. Sei così fortunata a lavorare da casa. Ma perché hai bisogno di una babysitter?

Lavorare da casa è un vantaggio, perché magari durante le pause si può passare un po’ di tempo con i bimbi. Ma lavorare richiede una certa attenzione, che non può essere data in contemporanea anche al bimbo che gioca. O si fa una cosa o se ne fa un’altra. Non si può fingere di dedicare tempo ai piccoli, mentre si continua a scrivere, mandare mail, fare conteggi e preparare riunioni. Così come non si può redigere un bilancio mentre si canta la ninna nanna o si prepara la pappa.

6. Perché fare figli se dev’essere qualcun altro a occuparsi di loro?

Altra frase raccapricciante e priva di logica. Fare un figlio non è una scelta che si compie con leggerezza. Nessuna tata, babysitter o figura complementare può sopperire alla presenza di una madre. Essere presenti 24 ore su 24 non rende una donna una buona madre. Affidare i bimbi per qualche ora al giorno a qualcun altro non significa togliersi la responsabilità che si ha nei confronti del proprio figlio.

7. Hai un’altra riunione a scuola? Ma non sei già uscita presto la scorsa settimana?

Star dietro a tutti gli impegni scolastici/sportivi/emotivi dei bimbi non è affatto facile. Spesso i genitori si trovano a fare delle vere e proprie corse fra le strade della città, inseguendo le partite dei loro bimbi o le riunioni scolastiche. Del resto, ogni vita porta con sé mille diverse direzioni, stimoli, impegni e lavori. Conciliare tutto è molto difficile. Ma indispensabile, perché ci sono momenti imperdibili, sia da una parte che dall’altra.

8. Se avessi lavorato, avrei sentito troppo la mancanza dei miei figli

Ogni essere umano ha il suo sistema di valori. Ciò che è giusto per uno è sbagliato per un altro. Un tempo, poi, le donne erano invitate a restare a casa e avere una carriera era considerato un segno di dissolutezza. Oggi le cose sono diverse e le donne hanno conquistato il diritto ad una vita ricca e piena, in cui fare un figlio non sia una scelta penalizzante per lo sviluppo personale.

9. Le donne dovrebbero stare a casa con i figli

Questa frase non è nemmeno commentabile. Trattasi di puro preconcetto, utile a chi vede il mondo in modo schematico, perché è governato dalla propria paura e dunque viene rassicurato dalla divisione del genere umano in ruoli stabiliti. Inutile parlare con chi ha questo tipo di idea: la conversazione sarebbe arida e priva di senso.

Infine perché, prima di esporre un proprio giudizio sarcastico e svalutante, non si ricorre a quell’utile esercizio, ricordato nei detti popolari di tutto il mondo? Quello secondo cui bisogna contare fino a dieci, prima di parlare. Magari anche fino a venti o cento….

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Fiammetta Scharf

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