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I falsi miti sull’alimentazione in gravidanza

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L’Italia è ancora molto legata alle tradizioni popolari soprattutto in fatto di salute: per ogni malanno, acciacco o malattia c’è qualche rimedio tramandato da generazioni.

Per quanto riguarda la gravidanza esistono un’infinità di falsi miti, sfatati nel tempo dalla medicina, impegnata a mettere in guardia le future mamme sui comportamenti da tenere durante questo periodo delicatissimo della loro vita.

Si è notato, per esempio, che facilmente le donne in gravidanza hanno una dieta sbagliata. Marcello Giovannini, Emerito di Pediatria all’Università di Milano e Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Istituto Danone, ha voluto lanciare l’allarme: “Meglio il roast-beef che il filetto, perché più ricco di ferro. E non pensate alla sogliolina per mantenervi in forma e controllare il peso in gravidanza. Occorre prestare attenzione soprattutto nei primi due mesi, ma un’alimentazione del tutto normale va benissimo per aiutare a crescere bene il futuro bebè. Bisogna tuttavia fare attenzione anche al problema contrario: l’anoressia è un problema che può perdurare anche in gravidanza ed è necessario assicurare alla gestante e al bambino di domani ciò di cui hanno bisogno“.

L’alimentazione della madre avrà ripercussioni anche sul bambino e quindi bisogna controllare bene questo aspetto per evitare sovrappeso e obesità, problemi sempre più presenti nelle nuove generazioni. I neonati e i bimbi devono essere monitorati spesso per notare subito eventuali disfunzioni pericolose per il proprio corpo. Giovannini infatti ha affermato: “Due sono gli strumenti a disposizione del pediatra, che deve eseguire ad ogni controllo la valutazione dell’altezza, del peso e della circonferenza cranica. Fino ai 24 mesi occorre misurare il rapporto peso-lunghezza, per cui esistono precise tabelle di riferimento. Dopo i due anni si può anche utilizzare il classico Indice di Massa Corporea (IMC), impiegato anche negli adulti, che mette in correlazione secondo una semplice formula matematica peso e altezza“. Se invece il bambino tende ad ingrassare va anche misurata la massa di grasso corporeo, attraverso la plicometria.

Una delle fasce critiche dell’età è quella che va dai 2 ai 5 anni: durante questo periodo i bambini sono a rischio di ingrassare molto ma va anche considerata la conformazione dei vari soggetti che può portare ad una variazione nel modo di ingrassare. Per chi ha una forma “a mela” ci sono più rischi di ingrassare rispetto a chi è conformato “a pera”. Ma non esistono guide da seguire per specifiche tipologie corporee, per cui bisogna valutare i casi singolarmente e bisogna puntare, sempre e comunque, sull’attività fisica piuttosto che sulla dieta.

Dunque per evitare che i bambini abbiano problemi di sovrappeso è meglio iniziare una dieta equilibrata già in gravidanza, affidandosi al medico piuttosto che alle credenze popolari.

Lazzaro Langellotti

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