Malati di tintarella. Non è solo un modo di dire: oggi si parla sempre più spesso di tanoressia, una vera e propria dipendenza da abbronzatura che può avere gravi ripercussioni sulla salute. Il termine è stato coniato per descrivere chi non riesce a fare a meno di esporsi al sole o a lampade UV, anche a costo di gravi danni alla pelle. Si tratta di un comportamento ossessivo, assimilabile alle dipendenze comportamentali come la dipendenza da gioco o da shopping compulsivo.
A differenza dei disturbi alimentari, la tanoressia non è (ancora) riconosciuta come patologia a sé nel DSM-5 (il manuale diagnostico dei disturbi mentali), ma è sempre più oggetto di attenzione da parte di dermatologi, psicologi e medici.
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Uno studio che fa riflettere
Già nel 2010, un’indagine dell’Istituto di ricerca di dermatologia globale (Irdeg), affidata all’SWG di Trieste, aveva rivelato che in Italia oltre 11 milioni di persone mostravano comportamenti riconducibili alla tanoressia. Parliamo di circa due italiani su dieci. Una cifra impressionante, se si considera che da allora il fenomeno non ha fatto che espandersi, complice anche l’estetica imposta dai social media.
La pressione a mostrare una pelle dorata e l’abitudine a postare foto perfette su Instagram e TikTok alimentano questo desiderio ossessivo di apparire sempre abbronzati, anche in pieno inverno.
L’identikit del tanoressico
Secondo i dati raccolti dallo studio, il profilo-tipo del tanoressico è il seguente:
- Donna, tra i 25 e i 54 anni
- Pelle già scura o olivastra
- Magra, spesso fumatrice
- Risiede prevalentemente nel Nord Italia e in aree metropolitane
- Si espone al sole per più di 6 ore al giorno, anche nelle ore più calde (12:00-16:00)
- Evita le creme protettive e preferisce intensificatori della melanina
- Continua con sedute ai lettini solari anche d’estate
Ma attenzione: anche molti uomini ne soffrono, soprattutto coloro che lavorano nel mondo dello spettacolo, dove l’immagine è tutto.
Rischi per la salute: il sole non è sempre un alleato
Esporsi al sole fa bene: stimola la produzione di vitamina D, migliora l’umore e aiuta la regolazione del ritmo sonno-veglia. Tuttavia, l’esposizione eccessiva, specie senza adeguata protezione, può provocare gravi danni:
- Scottature solari
- Invecchiamento precoce della pelle
- Macchie cutanee e cheratosi attiniche
- Tumori della pelle, come il melanoma
“La tanoressia – spiega Matteo Cagnoni, presidente dell’Irdeg – è una vera e propria malattia, e in quanto tale può richiedere anche interventi farmacologici per ridurre il desiderio compulsivo di esposizione al sole o alle lampade UV”.
Il ruolo dei social e dell’estetica contemporanea
Oggi la pressione sociale e il culto dell’immagine amplificano il problema. L’abbronzatura è spesso vista come simbolo di bellezza, salute e benessere, ma questo immaginario può portare a comportamenti dannosi e distorsioni nella percezione del proprio corpo.
Molti tanoressici non riescono a vedersi “abbastanza abbronzati” e vivono un forte disagio quando il colore della loro pelle torna più chiaro. Si tratta di una condizione simile alla dismorfofobia, in cui il soggetto percepisce difetti inesistenti o esagerati nel proprio aspetto fisico.
Come prevenire e affrontare la tanoressia
La prevenzione passa dall’educazione e dalla consapevolezza. Ecco alcune indicazioni utili:
- Usare sempre una crema solare adatta al proprio fototipo, anche in città
- Esporsi al sole in modo graduale, evitando le ore centrali della giornata
- Limitare l’uso di lettini abbronzanti e lampade UV
- Accettare il proprio incarnato naturale e valorizzarlo con l’alimentazione o con prodotti autoabbronzanti sicuri
- Se si avverte disagio legato alla propria immagine o un bisogno compulsivo di abbronzarsi, chiedere supporto psicologico
Chi è affetto da tanoressia può trovare giovamento in percorsi di psicoterapia cognitivo-comportamentale, utili per riconoscere i pensieri disfunzionali legati all’immagine corporea e sostituirli con convinzioni più realistiche e salutari.
La tintarella sì, ma con moderazione
Prendere il sole non è un male in sé. È anzi consigliato – con adeguata protezione – per migliorare il tono dell’umore, la salute delle ossa e il benessere generale. Tuttavia, la ricerca dell’abbronzatura a tutti i costi, anche a scapito della salute, è un campanello d’allarme che non va sottovalutato.
L’equilibrio sta nel trovare il giusto mezzo: esporsi con criterio, proteggersi, e soprattutto non fare della pelle scura un’ossessione.
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La bellezza è anche cura di sé
L’estate è già qui e il desiderio di una pelle dorata può far parte del piacere della stagione. Ma è importante ricordare che la bellezza vera coincide con la salute. Una pelle curata, protetta e rispettata è molto più attraente di una pelle danneggiata dall’eccessiva esposizione al sole.
Quindi sì alla tintarella, ma con consapevolezza. E se sentite che il bisogno di abbronzarvi sta prendendo il sopravvento, non esitate a parlarne con un medico o uno psicologo. A volte basta poco per ritrovare l’equilibrio e imparare ad accettarsi per come si è davvero.