Scompare Michele Dancelli, leggenda del pedale: 11 successi al Giro e una Sanremo indimenticabile

Si spegne a 83 anni Michele Dancelli, leggenda del ciclismo italiano. Celebre per la vittoria alla Milano-Sanremo 1970 e 73 successi in carriera.

Il ciclismo italiano piange la scomparsa di Michele Dancelli, spentosi all’età di 83 anni. Con la sua morte si chiude un capitolo importante dello sport su due ruote, quello di un’era indimenticabile caratterizzata da gare epiche, sfide memorabili e vittorie costruite con determinazione, forza fisica e astuzia strategica. Originario di Castenedolo, nella provincia di Brescia, Dancelli non è stato semplicemente un atleta vincente: è stato un corridore in grado di infiammare il pubblico e di scrivere pagine indelebili nelle grandi classiche e nelle corse a tappe più importanti.

Dal cantiere edile alle competizioni professionistiche

Prima di conquistare la gloria sportiva, Michele Dancelli lavorava come operaio edile. Il punto di svolta giunse nel 1963, quando conquistò il titolo di Campione italiano tra i dilettanti, ottenendo così l’accesso al mondo professionistico e a una carriera che si sarebbe protratta per oltre dieci anni. Gareggiò dal 1963 al 1974, indossando casacche di squadre prestigiose come Molteni, Vittadello, Pepsi Cola, Scic e Dreherforte. In un’epoca dominata da leggende come Eddy Merckx, Felice Gimondi e Roger De Vlaeminck, riuscì a emergere grazie a una tattica aggressiva e mai difensiva.

Un curriculum di altissimo livello

Le statistiche testimoniano una carriera eccezionale: 73 successi complessivi, 11 frazioni al Giro d’Italia, una frazione al Tour de France e affermazioni in alcune delle competizioni più ambite del calendario internazionale. Tra le classiche monumento, emergono la Freccia Vallone del 1966, due edizioni del Giro dell’Emilia, la Parigi-Lussemburgo e numerosi piazzamenti prestigiosi. Dancelli conquistò anche due titoli nazionali e ottenne due medaglie di bronzo ai Campionati del Mondo, a Imola nel 1968 e a Zolder nel 1969, dimostrandosi competitivo anche nelle manifestazioni iridate.

La Sanremo del 1970: un’impresa leggendaria

L’exploit che lo ha reso immortale rimane la Milano-Sanremo del 1970. In quella giornata straordinaria, Dancelli lanciò un attacco da distanza siderale, realizzando una fuga solitaria di 68 chilometri che non lasciò scampo agli inseguitori e ai favoriti. Un trionfo storico, perché riportò la Classicissima di Primavera all’Italia dopo 17 anni, interrompendo un’astinenza che perdurava dal 1953. Fu un’affermazione di strategia e coraggio, ancora oggi ricordata come una delle più spettacolari della competizione.

Il riconoscimento alle vecchie glorie

Negli anni recenti aveva ottenuto onorificenze come l’Oscar alle Vecchie Glorie, testimonianza di una stima mai diminuita. Michele Dancelli lascia un patrimonio fatto di dedizione, amore per lo sport e dignità agonistica. Il suo ricordo resterà indissolubilmente legato a un ciclismo battagliero, capace di regalare emozioni autentiche e di narrare vicende genuine, quelle che attraversano il tempo senza perdere valore.

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