allattamento al seno e intelligenza

Allattamento al seno e intelligenza: i benefici cognitivi del latte materno

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I bambini allattati al seno sono più intelligenti. Lo ha svelato un team di studiosi dell’University of Western Australia. Coordinata dalla dottoressa Wendy Oddy, la ricerca ha dimostrato che il latte materno ha effetti benefici sulla mente del nascituro.

Lo studio australiano: 10 anni di osservazione

I ricercatori australiani hanno messo a confronto mille donne osservate dalla 18° settimana di gravidanza. Dopo la nascita, i loro figli sono stati seguiti fino al 10° anno d’età. Dall’indagine, è emerso che quelli allattati al seno per almeno 6 mesi ottenevano nei test appositi punteggi superiori del 9% rispetto ai pari età alimentati con latte artificiale.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Pediatrics e ha rappresentato uno dei primi lavori di lungo periodo ad analizzare in dettaglio l’impatto dell’allattamento sulla funzione cognitiva.

Le differenze tra maschi e femmine

Uno degli aspetti più sorprendenti riguarda la differenza tra generi. Le femmine ottenevano risultati migliori rispetto ai coetanei maschi, a prescindere dal tipo di latte assunto nei primi mesi di vita. Tuttavia, l’allattamento al seno sembrava avere un impatto particolarmente marcato nei bambini maschi, con un miglioramento significativo nelle abilità accademiche.

Tra le abilità osservate, spiccavano matematica, scrittura e ortografia. In particolare, i bambini allattati per oltre sei mesi mostravano una maggiore capacità di concentrazione e apprendimento nei test scolastici standardizzati.

La conferma della dottoressa Oddy

“Osservando i ragazzi e ragazze in modo indipendente, abbiamo scoperto che l’allattamento al seno predominante per sei mesi, o più a lungo, era significativamente associato con un aumento dei punteggi in matematica, lettura, scrittura e ortografia per i ragazzi, ma nessun effetto dell’allattamento al seno era evidente sul livello di istruzione delle ragazze”.

Questo suggerisce che le ragazze possano trarre benefici cognitivi più stabili da altri fattori ambientali o genetici, mentre nei maschi l’allattamento al seno sembra fare una maggiore differenza.

I benefici cognitivi del latte materno: cosa dice la scienza oggi

Negli anni successivi alla pubblicazione di questo studio, numerose ricerche hanno confermato l’esistenza di un legame tra allattamento al seno e sviluppo neurologico. Uno studio del 2022 condotto dal Children’s National Hospital ha rivelato che i neonati allattati esclusivamente al seno per almeno 6 mesi mostravano una maggiore materia bianca cerebrale, ovvero la parte del cervello che collega le aree coinvolte nell’apprendimento, nel pensiero e nel linguaggio.

Anche una meta-analisi pubblicata su The Lancet Global Health nel 2023 ha confermato che l’allattamento al seno è associato a un QI mediamente più alto (+2-3 punti) in età scolare, indipendentemente dallo status socioeconomico o dal livello di istruzione dei genitori.

Cosa contiene il latte materno che fa bene al cervello?

Il latte materno è un alimento vivo, ricco di sostanze uniche come:

  • DHA (acido docosaesaenoico): un acido grasso omega-3 fondamentale per lo sviluppo del cervello e della retina;
  • Colina: coinvolta nella formazione delle membrane cellulari e nella trasmissione dei segnali nervosi;
  • Oligosaccaridi: nutrono la flora intestinale e contribuiscono al buon funzionamento dell’asse intestino-cervello;
  • Fattori di crescita: che promuovono lo sviluppo neuronale;
  • Ormoni e anticorpi: che aiutano a proteggere il cervello da infiammazioni precoci e infezioni.

È questo cocktail biochimico che rende il latte materno non solo un alimento perfetto dal punto di vista nutrizionale, ma anche un potente alleato nello sviluppo cognitivo.

Durata dell’allattamento: quanto conta davvero?

Molti studi concordano sul fatto che almeno 6 mesi di allattamento esclusivo siano ideali per ottenere benefici a lungo termine, sia per la salute generale che per lo sviluppo neurologico. Tuttavia, l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di continuare l’allattamento, insieme ad alimenti complementari, fino a 2 anni o oltre.

Più a lungo il bambino è esposto al latte materno, più si potenziano le connessioni cerebrali, in particolare nei primi 1000 giorni di vita, considerati fondamentali per la formazione delle basi neurologiche, cognitive ed emotive.

Oltre il QI: benefici emotivi e relazionali

Non si tratta solo di intelligenza misurabile. L’allattamento al seno rappresenta anche un fondamentale strumento di relazione tra madre e figlio. Durante la poppata si attivano ormoni come l’ossitocina e la prolattina, che rinforzano il legame e promuovono sensazioni di sicurezza e benessere.

Questa relazione precoce di fiducia ha un impatto anche sullo sviluppo della personalità: i bambini allattati al seno hanno spesso maggiore autostima, capacità empatiche e gestione dello stress, qualità che concorrono al successo personale e scolastico.

Leggi anche: Gravidanza e allattamento lunghi: un bene per il cervello bimbo

L’allattamento è un investimento per il futuro

Alla luce delle evidenze scientifiche, l’allattamento al seno si conferma come una delle pratiche più importanti per lo sviluppo cognitivo e relazionale del bambino. Pur non essendo l’unico fattore che influenza l’intelligenza, fornisce una base solida, nutrizionale ed emotiva, per affrontare le sfide della crescita.

Per questo è fondamentale continuare a promuovere la cultura dell’allattamento attraverso il supporto alle mamme, campagne di sensibilizzazione e politiche sociali che facilitino la scelta di allattare al seno.

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Giornalista pubblicista specializzata in Editoria, Comunicazione Multimediale e Giornalismo. Nel 2011 ha vinto il Premio Caro Direttore e nel 2013 ha vinto il premio Giornalisti nell’Erba grazie all’intervista a Luca Parmitano.