Visitare la Fontana di Trevi costerà 2 euro ai turisti da gennaio. Ingresso libero per i romani. Strategia per limitare il sovraffollamento
Uno dei simboli più celebri della Capitale si appresta a vivere una trasformazione epocale. Dal 7 gennaio prossimo, chi vorrà ammirare da vicino la Fontana di Trevi dovrà versare un contributo di 2 euro, mentre chi risiede a Roma potrà continuare a goderne senza alcun costo.
Si tratta di una rivoluzione nella gestione di un monumento che attira milioni di persone ogni anno, secondo soltanto al Colosseo per numero di visitatori. Il capolavoro settecentesco ideato da Nicola Salvi ha infatti accolto più di 5,3 milioni di persone nella prima metà dell’anno corrente, confermandosi tra le mete più ambite insieme al Pantheon.
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Limitazioni agli accessi per gestire il sovraffollamento
L’iniziativa rappresenta il proseguimento di una strategia già in atto. Da diversi mesi, infatti, l’area circostante il monumento è sottoposta a un controllo numerico degli ingressi, con una capienza massima fissata a 400 visitatori simultanei. Lo scopo è quello di contenere gli effetti negativi del turismo eccessivo, assicurare una visita più piacevole e incrementare i livelli di sicurezza. Con la nuova organizzazione, verranno predisposte due entrate distinte: una riservata agli abitanti della città e l’altra destinata ai visitatori esterni, separate da barriere più raffinate rispetto alle soluzioni temporanee adottate fino ad oggi.
Transazioni elettroniche per snellire le operazioni
Il meccanismo di accesso è stato concepito per risultare veloce e pratico. L’utilizzo di sistemi di pagamento digitali, attraverso carte di credito o bancomat, consentirà di ridurre le attese e facilitare le verifiche. Il personale addetto alla sorveglianza, già operativo nella piazza per regolamentare i movimenti, avrà un ruolo fondamentale nel mantenere l’ordine e far rispettare le disposizioni. L’obiettivo non è quello di chiudere la Fontana di Trevi come fosse un museo, ma di renderla fruibile in modo dignitoso anche durante i periodi di maggiore affluenza.
Un’esperienza già testata nella Capitale
Secondo le previsioni, il versamento simbolico di due euro potrebbe fruttare circa 20 milioni di euro annui nelle casse del Comune. Fondi che l’amministrazione comunale ha intenzione di destinare al potenziamento dei servizi per i visitatori, alla cura del decoro urbano e alla salvaguardia del patrimonio artistico.
Il provvedimento riprende quanto già sperimentato con il Pantheon, dove nel 2023 è stato introdotto un biglietto d’entrata con esiti favorevoli sia per la conservazione che per il controllo dei flussi turistici. L’intento è quello di replicare un approccio analogo in uno spazio pubblico all’aperto, cercando però di preservare un equilibrio tra fruibilità, sostenibilità e tutela dei diritti dei residenti.
Fonte: Ansa.it