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Parlerà italiano la prima retina artificiale organica

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È firmata dal Dipartimento di neuroscienze e neurotecnologie (Nbt), dal Centro di nanoscienze e tecnologie dell’Istituto italiano di tecnologia (Cnst – Iit Polimi) e dal Dipartimento di fisica del Politecnico di Milano la messa a punto del prototipo della prima retina artificiale.

Il team di ricercatori è partito dallo studio dei problemi legati al malfunzionamento dei fotorecettori di cui è composta la retina, i quali captano i segnali luminosi e li trasformano in impulsi elettrici che arrivano al cervello attraverso il nervo ottico.

Se questi fotorecettori sono “difettati”, ecco che si presentano complicazioni che vanno dal daltonismo alla cecità.

Ebbene, gli scienziati italiani hanno creato una retina artificiale che sostituisca questo tessuto e le sue funzioni e sia compatibile con i tessuti circostanti grazie all’introduzione di materiale organico.

Spiega il coordinatore della ricerca, il fisico Guglielmo Lanzani, del Centro di nanoscienze e tecnologie dell’Iit: “Con il nostro sistema i neuroni vedono la luce e rispondono ad essa. Abbiamo utilizzato dei semiconduttori organici, ossia dei polimeri simili a quelli utilizzati nel fotovoltaico, e abbiamo dimostrato che ai neuroni ‘piace’ stare su questi materiali”, ossia i neuroni sono cresciuti.

Si apre così una nuova strada verso la cura di alcune malattie della retina, anche se per ora il prototipo è stato realizzato con neuroni di topo e la strada per arrivare a dispositivi impiantabili nell’uomo è ancora lunga.

Il lavoro, “A hybrid bio-organic interface for neuronal photo-activation” sarà pubblicato su Nature Communications.

Germana Carillo

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Giornalista pubblicista, classe 1977, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing e correzione di bozze. Direttore di Wellme.it per tre anni, scrive per Greenme.it da dieci. È volontaria Nati per Leggere in Campania.