Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha approfondito sempre di più il legame tra vita intima, benessere ormonale e salute cardiovascolare. Già 15 anni fa diversi studi italiani avevano acceso i riflettori su questo tema, ma oggi – grazie ad analisi più ampie e dati aggiornati – sappiamo molto di più. La qualità dell’intesa di coppia, la stabilità emotiva e persino il livello di fedeltà influenzano in modo diretto il rischio di sviluppare patologie cardiache nell’uomo. E anche per le donne, l’equilibrio affettivo sembra giocare un ruolo tutt’altro che marginale.
Indice
Armonia nella vita intima e cuore più sano: cosa dice la ricerca
L’uomo che vive la propria intimità serenamente e con le dovute precauzioni tende ad avere un rischio più basso di patologie cardiovascolari. Non si tratta soltanto della frequenza dei rapporti, ma soprattutto della loro qualità e del contesto emotivo in cui avvengono.
Questo aspetto è stato già evidenziato da alcuni studi presentati al congresso della Società italiana di andrologia e medicina della sessualità (Siams), e confermato anche da ricerche più recenti condotte in Europa e Stati Uniti tra il 2015 e il 2024.
L’impatto della fedeltà e della stabilità emotiva
Una delle prime indagini italiane, realizzata dal Dipartimento di fisiopatologia clinica dell’Università di Firenze su un campione di 4.000 uomini, ha incrociato informazioni su vita di coppia, livelli ormonali e casi di eventi cardiovascolari registrati dalle Asl. I risultati mostrarono un quadro complesso ma chiaro:
- chi vive relazioni parallele stabili e nascoste, spesso accompagnate da stress, sensi di colpa e conflitti familiari, presenta un rischio cardiovascolare più alto;
- chi invece ha incontri extraconiugali sporadici non mostrava, allora, picchi significativi di rischio rispetto al campione generale;
- gli uomini che mantengono un rapporto stabile, affiatato e emotivamente equilibrato avevano i livelli di rischio più bassi.
Oggi gli studi confermano che il fattore decisivo non è il tradimento in sé, ma l’impatto psicologico dello stile di vita che lo accompagna. Una relazione parallela comporta stress cronico, minore qualità del sonno, abitudini alimentari scorrette e aumento del consumo di alcol e tabacco: tutti elementi che, sommati, possono danneggiare cuore e sistema circolatorio.
Fedeltà, affiatamento e ruolo della partner nella salute maschile
Come evidenziavano gli studi iniziali, l’uomo che vive un rapporto stabile e sereno beneficia di una produzione più equilibrata di testosterone, ormone che svolge un’importante funzione protettiva sul cuore. Tuttavia, la costanza di questo equilibrio dipende molto anche dallo stato della relazione.
Gli uomini fedeli ma emotivamente trascurati possono comunque andare incontro a calo del desiderio, ipogonadismo (ridotta produzione di androgeni) e al cosiddetto “effetto vedovanza”, che comporta un abbassamento del tono dell’umore e rischi metabolici più elevati.
Testosterone e benessere: la spiegazione degli esperti
“Il circolo virtuoso è semplice – spiega Emmanuele Jannini, coordinatore della commissione scientifica Siams – più attività intima, più testosterone, meno depressione, migliore performance cardiovascolare, miglior metabolismo. I dati dimostrano che la vita di coppia frequente e soddisfacente dovrebbe essere prescritta come una medicina per curare patologie psichiche (depressione), relazionali (problemi di coppia), dismetabolismi: a letto si recupera la linea e un diabetico che ha una buona attività sessuale si cura meglio. L’intimità è utile addirittura per prevenire neoplasie come quelle della prostata”.
Negli anni successivi, ulteriori ricerche hanno confermato il concetto: un uomo con livelli adeguati di testosterone tende ad avere:
- meno grasso viscerale;
- migliore metabolismo degli zuccheri;
- umore più stabile;
- minor rischio di diabete di tipo 2 e patologie coronariche.
L’intimità come “allenamento metabolico”: lo studio della Sapienza
Un’altra ricerca, condotta presso il Dipartimento di fisiopatologia medica dell’Università La Sapienza di Roma, aveva analizzato 45 uomini di mezza età con ipogonadismo e sindrome metabolica. L’obiettivo: capire come i rapporti di coppia e il livello di testosterone influissero su vari parametri di salute.
“All’ipogonadismo si associa frequentemente la comparsa della sindrome metabolica o da insulino-resistenza, una situazione ad alto rischio cardiovascolare e che riguarda una fetta elevata di popolazione in età matura. Somministrando testosterone al campione abbiamo scoperto che la capacità dell’insulina di fare entrare zuccheri nelle cellule aumenta in media del 25%, mentre le citochine diminuiscono del 20%, riducendo così gli stati pro-infiammatori. Inoltre, migliora la composizione della massa magra corporea a scapito della grassa” – spiega Andrea Lenzi.
Ad oggi, ricerche più recenti confermano che una vita intima regolare e appagante può contribuire a:
- ridurre gli stati infiammatori;
- aumentare la sensibilità insulinica;
- mantenere una massa muscolare più attiva;
- stabilizzare la pressione arteriosa;
- ridurre il rischio di malattie cardiache.
Benessere psicologico e cuore: un legame indissolubile
La vita intima non è solo fisiologia. Diversi studi post-2020 hanno confermato che il benessere emotivo è strettamente collegato alla salute del cuore. Le coppie che vivono un’intesa profonda, empatia, ascolto e comunicazione hanno meno probabilità di soffrire di depressione, ansia e disturbi del sonno, fattori che impattano direttamente sulla salute cardiovascolare.
In altre parole: la serenità di coppia non fa bene solo all’anima, ma anche al cuore.
Coltivate l’intesa e proteggete il cuore
Oggi abbiamo molte più certezze rispetto al 2010: nutrire la propria vita intima con cura, rispetto, affiatamento e serenità è una strategia di prevenzione a tutti gli effetti. Non solo per la salute mentale, ma per quella cardiometabolica.
Dunque sì: fate l’amore, in tutte le forme che la vostra relazione vi permette. E fatelo in modo autentico, consapevole e sereno: il vostro cuore – e quello della vostra metà – ve ne sarà grato.