Vi è mai capitato mentre siete in strada di essere “investiti” da un’onda musicale e accorgervi, con delusione e sgomento, che proviene dal ragazzino che si trova ad un palmo da voi che, con le sue mini cuffie e il suo sguardo assente e impassibile, ascolta ad un volume assordante la musica dal suo lettore mp3?
Non siate troppo duri nel giudicarlo, in futuro avrà seri problemi d’udito.
A rilevare e rivelare i danni dell’ascolto smodato e assordante di musica in cuffia è arrivato uno studio effettuato presso la Yale University School of Medicine che li ha comparati ai danni che i padiglioni auricolari ricevono in seguito all’esposizione ravvicinata al rombo del motore di un jet. Tra le conseguenze possibili, oltre a varie patologie fastidiose come ronzii e dolori interni all’orecchio, c’è anche la perdita graduale dell’udito. Tutti rischi che corrono coloro che, per lavoro, sono costretti a subire forti stimolazioni uditive (per esempio, i saldatori o i demolitori nei cantieri edili).
I dati, ricavati dallo studio del professor Peter Rabinowitz e pubblicati sul Telegraph, sono allarmanti. Il volume della musica ascoltata dai lettori mp3 spesso supera di 120 decibel quello sopportabile dall’orecchio umano ed è quindi pari all’intensità di un motore di un jet. Non ci sono molti controlli, molte ricerche e, di conseguenza, molte cautele sull’utilizzo di questo tipo di apparecchiature e i danni possono essere veramente molto estesi, dato che il 90% circa dei giovani europei ed americani usa regolarmente un lettore mp3.
A tal proposito, Rabinowitz, scrivendo sul British Medical Journal, dà consigli su come utilizzare la musica in cuffia, sconsigliandone l’uso in quelle situazioni in cui l’attenzione deve essere al livello massimo, per esempio quando si guida.
Dato che da qualche anno sono aumentati a dismisura i pazienti giovani con problemi audiologici, bisogna ricorrere ai ripari gestendo al meglio l’uso e l’abuso di questo strumento. Come spesso accade la parola d’ordine è moderazione!
Lazzaro Langellotti