istinto materno gene

Tuo figlio non mangia i broccoli… allora mangiali tu!

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin

…se lo allatti al seno!

Uno studio dell’Università di Philadelphia ha infatti appena scoperto che i primi mesi di poppate, per l’esattezza dal 2° al 5°, sono quelli che in qualche modo influenzeranno i nostri gusti per il resto della vita.

E allora non è colpa nostra se proprio non riusciamo a sopportare determinati sapori: ancora una volta è colpa della mamma!

Sono i sapori che dal latte materno arrivano direttamente in bocca e al palato del bambino che lo renderanno famelico verso certi cibi e non verso altri: ma solo in quel periodo di tempo suddetto. Infatti, il team di ricerca ha fatto un semplice esperimento pratico: ha nutrito un campione di neonati con latte artificiale dal gusto molto forte, un po’ amaro e tendente all’acido. E cosa hanno riscontrato? Che nei mesi seguenti e fino all’adolescenza i bambini hanno ricercato e apprezzato questo genere di sapori. Ma se l’amaro veniva iniettato nel latte dal 6° mese in poi, i bimbi, e direi giustamente, lo rifiutavano.

A capitanare l’equipe di ricerca Gary Beauchamp del Monell Chemical Senses Center che non ha dubbi nell’affermare che “crediamo che la madre sia in grado di orientare questo processo, ad esempio mangiando molta frutta e verdura durante la gravidanza e l’allattamento“.

Se dunque la mamma può in qualche modo orientare i gusti del figlio, è perché lei stessa assorbe quelle sostanze che poi passano al neonato e che gli permetteranno di accettare o meno un alimento. Quindi l’alimentazione della mamma si riversa letteralmente in quella del figlio: se mangia, ad esempio, molti cavolfiori, assorbe molecole solforate che, tramite il latte, arriveranno al palato del neonato che apprezzerà questo alimento, in genere detestato.

Dalla mamma quindi non solo le prime emozioni, ma anche il palato. Questo studio darebbe di nuovo voce al latte materno in sé, talvolta sottovalutato ed equiparato a quello sostitutivo. Infatti quello poppato dal seno materno ha un altissimo potere nutritivo – i bimbi allattati al seno raramente diventano asmatici o allergici – e sicuramente più ricco in fatto di varietà di sapori.

Questa ricerca, presentata al meeting dell’American Association for the Advancement of Science a Washington, va di pari passo con un’altra pubblicata sempre in questi giorni sul Free Radical Research secondo la quale un parto prematuro renderebbe il latte materno meno ricco: in particolare sarebbe carente di un enzima, il Q10 – addirittura più alto del 75% nella madri di bimbi nati al 9° mese, di antiossidanti e di tocoferolo. Il mix di sostanze nutritive indispensabili per una buon allattamento dipende quindi dalla data del parto, proprio perché se è vero che il latte materno è altamente nutritivo, è anche altrettanto delicato e alterabile – assorbe infatti tutto quanto la mamma ingerisce, compreso alcol o sostanze tossiche. Quindi attenzione! Le innumerevoli variazioni di ormoni e di qualsiasi altro tipo che si hanno in una donna incinta, sono davvero inimmaginabili! Pensate che di per sé nel corpo delle donne incinte ci sono ben 163 sostanze tossiche. Tra l’altro nel caso dei parti prematuri, il fatto che il latte sia più povero non dipende assolutamente dal tipo di dieta condotto dalla gestante: è come se anche il latte per fare bene debba essere abbastanza maturo e non essere succhiato prima del fatidico nono mese.

Bauchman consiglia di consumare cibi sani, ovviamente tanta frutta e verdura di modo che il gusto possa trasmettersi e rendersi apprezzabile ancora prima dell’assaggio dal vivo. Inoltre è ovvio che non si tratti solo si una questione di gusto perché col latte si veicolano anche le sostanze nutritive presenti nell’alimento che ha quel dato sapore.

Ricordiamoci che il latte è la prima fonte di sostentamento del neonato e che tramite esso può avere un corretto sviluppo organico ma anche intellettivo – una ricerca di qualche tempo fa aveva dimostrato che l’allattamento al seno rende i figli più intelligenti.

Per tanto sapere cosa viene trasmesso, e come, nel latte materno può allora essere un valido aiuto per cercare di ricreare anche nel latte in polvere quella giusta miscela di sostanze che possa garantire il migliore apporto nutritivo e benefico anche in quei bimbi che non possono attaccarsi alla mammella della mamma!

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin