immagine

Diabete: ecco il chip che lo tiene sotto contollo

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin

Un dispositivo per monitorare i livelli di glicemia. È stato realizzato da un team di scienziati dell’Università della California, un microchip da inserire sotto la pelle per tenere sotto controllo il diabete.

Si tratta di un microchip poco invasivo messo a punto dai bioingegneri di San Diego, molto più piccolo rispetto ai predecessori ma in grado di inviare i parametri fisiologici a un ricevitore, regolando di conseguenza il flusso di insulina da immettere nell’organismo.

La ricerca è partita da altri studi simili, come quelli sul pancreas artificiale, realizzato dai ricercatori dell’Università di Cambridge in Gran Bretagna. In questo caso, gli scienziati avevano testato un pancreas artificiale su un gruppo di 17 pazienti fra i 5 e i 18 anni di età. Si tratta di persone in cui l’ormone insulinico prodotto dal pancreas, è del tutto assente, per cui è necessario immetterlo dall’esterno.

Grazie al nuovo dispositivo, che può essere indossato dai pazienti 24 ore su 24, l’insulina viene gestita con un software che verifica ad intervalli regolari, per mezzo di uno speciale algoritmo, i livelli di glicemia nel sangue. A sua volta, il pancreas artificiale, dopo aver analizzato i risultati, induce una pompa a rilasciare la quantità necessaria di insulina.

David Gough, che ha coordinato la ricerca spiega a Science Translational Medicine: “La registrazione dei livelli di glucosio nelle cavie si è rivelata un successo, ora speriamo di iniziare i primi test sull’uomo entro pochi mesi. Se tutto va bene anche con queste prove cliniche, possiamo anticipare l’arrivo sul mercato del dispositivo di diversi anni, consentendo ai pazienti di acquistarlo dietro prescrizione del medico“.

Francesca Mancuso

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Giornalista pubblicista specializzata in Editoria, Comunicazione Multimediale e Giornalismo. Nel 2011 ha vinto il Premio Caro Direttore e nel 2013 ha vinto il premio Giornalisti nell’Erba grazie all’intervista a Luca Parmitano.