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Cedere alle tentazioni fa bene all’umore

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Non abbandonarsi ai piaceri della vita e a ciò che amiamo cedendo alle nostre tentazioni non ci fa affatto bene!

Un recentissimo studio condotto sulle donne britanniche ha infatti appurato che chi si concede peccati di gola o il lusso di fare spese fuori budget, per esempio tornando indietro a comprarsi il vestito appena visto in vetrina, è decisamente più felice di chi non lo fa.

Sono proprio questi “vizi” che, insieme al navigare su internet nelle ore lavorative, tirano su il morale e vengono considerati dei toccasana, soprattutto nelle “giornate no”, dalle intervistate nella ricerca. La OnePoll ha condotto lo studio per la Gü Puds, rinomato marchio di dolciumi, su un campione di 2000 donne che ha rivelato che i loro pick-me-ups non sono poi così esosi!

La cosa che è risultata evidente è che se da un lato l’autocontrollo e il sapersi imporre dei limiti ci fa sentire responsabili e in un certo qual modo più meritevoli, dall’altro è altrettanto vera l’insoddisfazione generale che questo modo di rapportarci alla vita comporta.

Il neuroscienziato Jack Lewis afferma a tal proposito che è proprio il “resistere alle tentazioni che ci fa arrabbiare” e che ci fa sentire frustrati perché, sotto sotto, sono quello che in realtà vogliamo davvero! Passata l’età dei capricci, dovremmo essere allora in grado di concederci qualche peccato senza sentirci in colpa, come invece, purtroppo, hanno ammesso i 2/3 delle donne così indulgenti con se stesse da “infrangere le regole” giornalmente – il 60% del campione, contro il 90% di chi lo fa solo una volta ogni tanto.

Condannarsi però per ore e ore dopo lo sgarro non aiuta certo a vivere bene! Occorrerebbe godere dei piaceri della vita senza lasciare che il senso di colpa ci divori e rovini tutto. Ma senza esagerare! Come dicevano infatti gli antichi la virtù sta nella misura: arrendersi a stimoli innocenti piuttosto che imporsi divieti eccessivi è il segreto del vivere bene con se stessi in primis e, di conseguenza, con gli altri. Soprattutto nei periodi di crisi è un modo per ricompensarsi – senza ovviamente sfociare in ossessioni compulsive.

Come ormai tutti sanno bene, un pezzo di cioccolato non solo fa bene alle papille gustative, ma è anche una coccola per cuore e mente! Il cacao ha in sé la capacità di aumentare la serotonina nel sangue che è appunto il neurotrasmettitore che migliora l’umore.

Infatti se “mangiare è un bisogno primario dell’uomo, mangiare con gusto è un fatto culturale” (parole di Augusto Iossa Fasano, psicanalista e consulente dell’Asl di Milano).

Ma anche a tavola, come dappertutto, le uniche regole che contano davvero sono l’equilibrio e la temperanza: concedersi un pezzo di cioccolato dopo cena non vuol dire mangiarsene una barretta intera! Anche perché gli eccessi ripetuti fanno male al corpo e sono spesso sintomi di disagi psichici latenti che si traducono in patologie e disturbi alimentari.

Anche cedere all’ira ogni tanto piuttosto che tener tutto dentro rischiando di implodere o esplodere può far bene. Uno studio della Harvard School of Public Health ha infatti scoperto che saltuari sfoghi di rabbia riducono di metà i rischi di attacchi cardiaci – anche se pure adirarsi di continuo può avere conseguenze negative, soprattutto sull’apparato cardiorespiratorio: gli attacchi continui di ira allora non fanno bene e non solo a chi le subisce!

E infine anche cedere ai piaceri del sesso non è cosa così peccaminosa. Tanto più che fare l’amore divertendosi e con soddisfazione accresce del 50% le possibilità di concepimento (lo hanno dimostrato all’Università di Sheffield). Questo perché così facendo si ha una produzione maggiore di spermatozoi e di contrazioni vaginali, che aiutano i gameti a raggiungere l’utero.

Quindi non occorre certo diventare sex addicted – cosa ben lungi dal provare piacere puro nell’unirsi con qualcuno – né andare in rosso in banca comprandoci tutti i vestiti che vediamo in pausa pranzo, né tantomeno mangiarci un chilo di sacher o essere furibondi se qualcuno ci ruba il parcheggio: basta dare retta anche a noi stessi, ai nostri reali bisogni e desideri e non solo a ciò che dicono gli altri, la morale o la nostra stessa autoregolazione interna. Assecondarci e ammettere che anche i nostri difetti o debolezze possono essere invece punti di forza e fonte di serenità e benessere è il primo passo per volerci bene davvero perché, come dice una vecchia massima inglese, “a little of what you fancy really does do you good!

Valentina Nizardo

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