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Psoriasi aumenta rischio cardiovascolare. Il caffè non ha colpe

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Un’altra tegola per chi è malato di psoriasi.

Secondo uno studio pubblicato sull’American Journal of Cardiology le persone affette da questa patologia presentano molto più frequentemente la probabilità di soffrire anche di altre malattie, in particolare legate al cuore, come infarti e coronaropatie.

E intanto un altro studio assolve il caffè e incrimina il fumo come origine di questa affezione della pelle.

Lo studio, guidato da April Armstrong, dermatologa dell’Università della California, è stato condotto su oltre 9000 pazienti che erano stati sottoposti ad angiografia coronarica nell’ospedale universitario di Sacramento. Tra loro, i circa 200 che soffrivano di psoriasi presentavano un indice di massa corporea mediamente più alto, ma soprattutto avevano, secondo i ricercatori, una probabilità di quasi 2 volte maggiore rispetto agli altri che non soffrivano di questa malattia della pelle di avere la conferma di una coronaropatia. Un rischio che aumentava fino a 3 volte e mezzo nei pazienti malati da oltre 8 anni. Analogamente, cresce in questi pazienti il pericolo di un infarto o di altri eventi cardiovascolari. La psoriasi, insomma, si associa a un maggior rischio cardiovascolare.

E sempre indagando sulla psoriasi, questa volta sulle sue origini, un altro studio, pubblicata su Archives of Dermatology e condotto dai ricercatori del Brigham and Women’s Hospital di Boston su ben 82.000 partecipanti al Nurses Health Study, ha rivelato che, al contrario di quanto si era creduto in un’analisi precedente, non c’è nessun rapporto tra caffè e la malattia autoimmune che provoca macchie rosse e squamose sulla pelle.

Gli studiosi, guidati da Abrar Qureshi, hanno seguito tutti i partecipanti dello studio fin dal 1991, facendo compilare loro questionari sulla dieta e sull’assunzione di bevande. E se all’inizio nessuno di essi era affetto da psoriasi, nel corso dei successivi 14 anni, circa 1.000 persone coinvolte nello studio hanno sviluppato la malattia e il rischio sembrava un po’ più elevato proprio tra coloro che avevano consumato più caffeina. Ma ora è emerso che i bevitori di caffè hanno anche fumato molto di più delle persone con un più basso consumo di caffeina.

Questo, secondo i ricercatori, fa pendere la colpa in maniera più rilevante verso il tabacco, già incriminato di essere fattore di rischio per la malattia da precedenti ricerche.

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Roberta Ragni

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Dopo una laurea e un master in traduzione, diventa giornalista ambientale. Ha vinto il premio giornalistico “Lidia Giordani”, autrice di “Mettici lo zampino. Tanti progetti fai da te per rendere felici i tuoi amici a 4 zampe” edito per Gribaudo - Feltrinelli Editore nel 2015.