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Attacchi di panico: cosa sono e come se ne esce

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A soffrirne sono sempre più persone. Quando si tratta di un caso estemporaneo di attacco di panico o di ansia estrema, però, non ci si deve preoccupare; sebbene già sia sintomo di qualche equilibrio che si è interrotto e rovinato. Tuttavia, se gli episodi diventano due, è importante rivolgersi tempestivamente ad un medico specialista.

Gli attacchi di panico, infatti, vanno affrontati prima che rovinino completamente la vita. Dunque, come prevederli? È proprio la paura tipica della patologia a prendere spesso il sopravvento e rendere difficile anche chiedere aiuto. La prima cosa da fare, quindi, è proprio il parlarne con qualcuno che comprenda le vostre sensazioni. Psichiatri, psicoterapeuti, psicologi ed alcuni medici di medicina generale sono gli specialisti a cui far riferimento.

Il professor Giovanni Battista Cassano, dell’Università di Pisa, spiega come sia importante agire tempestivamente su questa malattia. “Identificare questo disturbo è stata una grande acquisizione della psichiatria moderna, firmata dall’americano Donald Klein. Anche se la più bella descrizione dei suoi sintomi è in una poesia di Saffo, la poetessa greca del VII-VI secolo a. C., quella che comincia con ‘Simile a un dio…’. È una descrizione accurata, minuziosa dell’attacco di panico, tanti vi si possono riconoscere. Così come nel vissuto del carpentiere descritto dal medico Areteo di Cappadocia nel I secolo d. C“. E precisa: “Dunque è un disturbo che esiste da millenni, da sempre. In effetti è legato al sistema di allarme dell’organismo, che soffre di una disregolazione oppure che scatta su una soglia molto bassa, quindi basta anche un piccolo evento a scatenarlo. Ma in genere, è proprio la sua caratteristica, l’attacco esplode all’improvviso, a ciel sereno. Ed è un vero cataclisma“.

Un sintomo tipico in caso di attacco di panico, ad esempio, è il dolore toracico e, per tal motivo, va escluso un problema cardiologico. Ci sono poi altri segnali come l’ipersudorazione, l’iperventilazione ed uno stato generale di agitazione, accompagnato da battiti cardiaci accelerati. Tutti sintomi che, sfortunatamente, sono ricollegabili ad altre patologie. Ed esclusi questi, si potrà procedere ad una terapia mirata per il panico. “Classico di chi soffre di panico è la corsa al pronto soccorso“, continua il professor Cassano. “Là sì che conoscono bene questi malati: chiedono cure ed esami o per il mal di cuore a causa delle palpitazioni o ai polmoni perché si sentono soffocare o dall’otorino per via delle vertigini… Eh sì, è un disturbo che ha interessato l’intera medicina e che ora in genere viene curato direttamente dai vari specialisti interpellati come pure dal medico di famiglia“.

Il ruolo dello specialista, quindi, sarà quello di illustrare al paziente le varie possibilità di cura a seconda dei singoli casi. Disturbi di ansia e di panico, attacchi di panico veri e propri e, talvolta, di agorafobia. Perché, assicura il professore, gli attacchi di panico sono curabili.

Federica Vitale

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