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Diabete giovanile, arriva il pancreas artificiale

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Un pancreas artificiale per aiutare chi è affetto da diabete di tipo 1, meglio conosciuto come diabete giovanile. A realizzarlo è stato un gruppo di studiosi dell’Università di Cambridge.

Si tratta di una piccola pompa che fa le veci del pancreas, che va “indossata” giorno a notte, e in grado di rilasciare la quantità di insulina necessaria all’organismo e al momento opportuno. Nei malati di diabete, infatti, le cellule beta pancreatiche non sintetizzano l’insulina, provocando un mancato assorbimento degli zuccheri da parte delle cellule, e di conseguenza si ha un aumento della quantità di glucidi nel sangue, ossia l’iperglicemia.

Questa nuova invenzione, sotto forma di prototipo, è stata testata su 17 bambini tra i 5 e i 18 anni, ricoverati in ospedale. Grazie ad un particolare software, il pancreas artificiale è stato in grado di rilasciare l’insulina solo quando l’organismo ne aveva realmente bisogno. Una scoperta non da poco, in grado di cambiare la vita di molti ragazzi, che finalmente potrebbero liberarsi dalla schiavitù della misurazione della glicemia prima dei pasti e dalle punture di insulina.

Durante il test, i 17 giovani hanno cenato abbondantemente e hanno svolto sforzi fisici. Combinazione che in una situazione normale, per loro, avrebbe potuto esser fatale, perché a rischio di uno shock ipoglicemico.

Ma la notizia confortante è che l’equipe inglese diretta dal dottor Roman Hovorska dell’Institute of Metabolic Science dell’Università di Cambridge, che comprende anche due ricercatori italiani Alessandra De Palma e Carlo Acerini, ha verificato il successo del pancreas artificiale.

L’unico neo della macchina è il rischio di infezioni batteriche e rash cutanei.

Francesca Mancuso

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Giornalista pubblicista specializzata in Editoria, Comunicazione Multimediale e Giornalismo. Nel 2011 ha vinto il Premio Caro Direttore e nel 2013 ha vinto il premio Giornalisti nell’Erba grazie all’intervista a Luca Parmitano.