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Papilloma virus, vaccinata solo una ragazza su tre

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Papilloma virus. Sono ancora poche le ragazze che si sottopongono al ciclo di vaccinazione per prevenire il tumore al collo dell’utero.

A confermarlo sono alcuni dati della Commissione Salute, aggiornati al 30 giugno dello scorso anno, e presentati dall’Osservatorio Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della Donna). Proprio l’osservatorio, tuttavia, conferma che

“l’Italia è stato il primo Paese in Europa a offrire alle giovanissime l’immunizzazione contro il Papilloma virus per la prevenzione del tumore del collo dell’utero e tutte le Regioni e le Province autonome hanno iniziato la campagna anti-Hpv entro la fine del 2008”.

Ed ecco le cifre.

Le punte più alte del numero di ragazze vaccinate sono state in Toscana, Lombardia, Liguria ed Emilia-Romagna e Molise, con percentuali medie del 60% circa, mentre altre regioni come la Puglia non hanno superano il 20% della copertura. Al giugno 2009 erano coperte il 34% delle ragazze nate nel 1997 e solo il 26,7% delle nate nel 1996.

Gli esperti parlano di dati accettabili, ma ancora insoddisfacenti. Si consideri che secondo l’Istituto Superiore di Sanità dovrebbe essere vaccinato entro 5 anni il 95% delle adolescenti.

Per Antonio Tomassini, presidente della Commissione Sanità del Senato, tali risultati vanno considerati tutto sommato positivi, considerando che alcune regioni hanno dato il via alla campagna di vaccinazione solo alla fine del 2008.

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Probabilmente alla base della scarsa attenzione verso la vaccinazione contro il virus Hpv la scarsa informazione. Come si legge sul sito dell’Onda

“vaccinarsi significa non ammalarsi di questa neoplasia, che colpisce ogni anno nel nostro Paese 3.500 donne e causa mille decessi. Secondo, tutte le vaccinazioni hanno delle controindicazioni: finora si sono verificate solo minime reazioni avverse, come previsto dal foglietto illustrativo allegato ai medicinali (gonfiore o rossore sul punto dell’iniezione, lieve malessere nelle ore successive all’inoculazione, qualche linea di febbre, rari i casi di allergia e svenimento), ma i benefici sono senza dubbio superiori ai rischi”.

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Giornalista pubblicista specializzata in Editoria, Comunicazione Multimediale e Giornalismo. Nel 2011 ha vinto il Premio Caro Direttore e nel 2013 ha vinto il premio Giornalisti nell’Erba grazie all’intervista a Luca Parmitano.