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Il gioco d’azzardo può diventare patologia

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La ludopatia sarà presto, prestissimo considerata a tutti gli effetti una malattia“, dichiarava poche settimane fa su Avvenire il ministro della Salute Renato Balduzzi.

Gioco d’azzardo vera patologia: rimane questo l’obiettivo degli addetti ai lavori. Rivisitare, cioè, i livelli essenziali di assistenza (Lea) e iscrivera la ludopatia nell’elenco delle patologie. Ma non solo.

Stamattina il ministro Balduzzi, ospite della trasmissione “Coffee break” su La 7, è tornato sul tema, pronunciando un secco no agli spot che “non mettono nessuna cautela sui pericoli del gioco d’azzardo“. Quello che serve, dice Balduzzi, “è più potere ai sindaci per arginare il proliferare di sale giochi e slot machine”.

E sono queste, tra l’altro, alcune delle linee guida del disegno di legge presentato alla Camera dal Pd, illustrato questa mattina in una conferenza stampa a Montecitorio da Laura Garavini, capogruppo Pd in commissione Antimafia, e dal senatore Luigi De Sena.

L’urgenza di questo disegno di legge – spiega Walter Veltroni in una nota – è dettata da elementi preoccupanti” come “l’enorme massa di denaro mobilitata dalle scommesse, sottratta ai consumi ordinari o addirittura di prima necessità“.

E infine ci sono le tasse. Nuove forme di scommessa come il gratta e vinci, ad esempio, sono sempre più a basso carico fiscale, forme di giocate dove i gestori pagano solo il 4%, a scapito dell’imposizione su giochi come il lotto dove il carico può arrivare fino al 50%.

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