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Social network: le donne più connesse degli uomini. Perché?

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Al mattino: per riprendere i contatti col mondo. Ogni tanto, durante la stesura della relazione richiesta dal capo, per distrarci un po’.

Nei momenti di rabbia, di tristezza, di malinconia, per fissare in un’epigrafe il pensiero profondo che ci sta attraversando la mente e renderlo così visibile a tutti.

Dopo una vacanza, una festa di compleanno, un momento speciale, per condividere con gli altri le foto che abbiamo scattato. Prima di metterci a dormire, per entrare nella vita dei nostri amici e augurare loro la buonanotte. Storia di una relazione speciale: quella tra le donne ed il mondo virtuale.

Social network, blog, chat hanno sulle donne un forte potere di attrazione; contatto, scambio, condivisione, attenzione degli altri: tutto questo si ricerca nei rapporti che corrono sul web. E sono le donne, molto più degli uomini, ad essere assiduamente online.

Perché? Per lo stesso motivo per cui le donne trascorrono molto più tempo degli uomini davanti allo specchio, tra matite e rossetti, (anche se sembra che queste differenze si stiano riducendo!) o al telefono, in conversazioni interminabili. È quanto emerge da uno studio condotto a New York dall’Università di Buffalo, per il quale sono state prese in esame 311 persone, sia uomini che donne, di età media di 23 anni. Michael A. Stefanone, autore dello studio, afferma che “I risultati suggeriscono persistenti differenze nel comportamento di uomini e donne che derivano da un focus culturale sull’immagine femminile e l’aspetto“.

Le donne, dunque, secondo la ricerca, per la maggiore attenzione riservata alla presentazione di sé, dedicherebbero più cura alla costruzione dei propri profili sui social network: scelta delle fotografie, utilizzo di frasi, citazioni, pensieri, il tutto volto a fornire una precisa immagine, che possa sedurre, incuriosire, attrarre, che, insomma, non lasci indifferenti i visitatori.

A cosa è legato questo culto dell’aspetto? Alla base della teatrale presentazione di sé c’è una profonda insicurezza che si manifesta attraverso una continua ricerca di conferme del proprio valore provenienti dall’esterno. Come sostiene Stefanone “Coloro la cui stima di sé si basa su contingenze basate sul pubblico – qui definite come l’approvazione altrui, l’aspetto fisico – sono stati maggiormente coinvolti nella condivisione di foto, online; mentre i partecipanti la cui autostima si basa su contingenze basate sul privato – definito in questo studio come competenza accademica, amore familiare, consapevolezza del proprio essere una persona virtuosa o morale – dedica meno tempo online“.

Apparire contro essere, forma contro sostanza: opposizioni che non contengono un elemento positivo ed uno negativo, ma sono espressioni di modi di espressione, di vissuti profondi delle persone.

E forse questo studio può aiutarci ad aprire un po’ gli occhi su tante solitudini che circondano coloro che, donne soprattutto, secondo i dati della ricerca, ma anche uomini, appaiono nei social network sempre belli e vincenti, risultano “taggati” nelle feste, negli eventi più alla moda, inseriscono un gran numero di link e trascrivono pensieri propri o altrui, ad ogni ora del giorno e della notte.

Tanto tempo trascorso online viene sottratto alle relazioni concrete o piuttosto sopperisce ad una vita reale di abbracci, carezze, chiacchierate fortemente desiderata ma non vissuta?

Francesca Di Giorgio

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