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Disabili, Associazioni: Piano ministeriale inadeguato e costoso

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Il nuovo “Piano di indirizzo per la Riabilitazione” stilato dal ministero non piace alle associazioni competenti perché non tiene conto delle necessità dei malati e dei disabili, non fa attenzione ai bisogni psicologici e sociali della persona e non prevede la sinergia necessaria tra personale sanitario, famiglia e coloro che si prendono cura direttamente dei pazienti.

È questo il giudizio dato sul piano ministeriale dalle quattro associazioni coinvolte – l’Associazione Italiana Fisioterapisti (Aifi), la Federazione dei Logopedisti (FLI), la Federazione Italiana per il Superamento Handicap (Fish) e Cittadinanza Attiva – che hanno rinviato al mittente il nuovo “Piano di indirizzo per la Riabilitazione”.

Sono assenti le valutazioni delle performance dei servizi territoriali, mancano le statistiche e quindi le soluzioni alle storiche carenze di strutture per l’assistenza – hanno commentato le associazioni -. E molto altro. Per questo ci auguriamo che il piano così come è non venga recepito dalle Regioni in fase attuativa in quanto comporterebbe anche un’incomprensibile e insostenibile esposizione economica“.

Insomma, oltre che inefficace e lontano dalle esigenze del malato, è anche costoso! Non a caso le sigle coinvolte hanno definito questo programma come “autoreferenziale e non adeguato all’evoluzione che la riabilitazione ed il Sistema sanitario hanno subito in Italia Inadeguato e controproducente“.

Per questo si annuncia una dura battaglia: “Utilizzeremo ogni strumento legale atto a neutralizzare il tentativo di applicare questo piano non condiviso – ha detto Antonio Bortone, presidente dell’Aifi – e non utile ai professionisti ed ai pazienti, ma solo alle corporazioni mediche“.

Il piano svilisce e arresta la cultura dell’interdisciplinarietà che alimenta il lavoro di ogni équipe – ha dichiarato Tiziana Rossetto, presidente Fli – dove ogni professionista della riabilitazione chiamato a rispondere dei propri programmi con obiettivi specifici“.

Cosa ancora più grave – hanno commentato in conclusione i rappresentanti delle sigle all’unanimità – è la scarsità, per non dire l’assenza, di considerazioni su interventi e strategie per alcune condizioni specifiche di disabilità, prime fra tutte quella intellettiva e relazionale“.

Verdiana Amorosi

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