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Metodo Zamboni: al via la sperimentazione a Ferrara

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Metodo Zamboni ancora alla ribalta. Dopo gli appelli accorati di Nicoletta Mantovani e il presunto avvio della sperimentazione da parte dell’Aism, che non riguardava però la terapia del professore di Ferrara, la cosiddetta angioplastica venosa, il comitato etico dell’ospedale S. Anna di Ferrara ha approvato il protocollo della sperimentazione promossa dalla Regione Emilia-Romagna per la diagnosi e il trattamento della Ccsvi.

Come abbiamo più volte spiegato, secondo il dottor Zamboni vi sarebbe una correlazione tra la sclerosi multipla e la Ccsvi. E sarà possibile finalmente scoprirlo. La sperimentazione coinvolgerà 500 pazienti in tutta Italia e sarà divisa in due fasi. La prima riguarderà la diagnostica vera e propria, mentre nella seconda si cercherà di fare il punto in basi ai risultati ottenuti a seguito dell’interveno di “liberazione”, come lo definiscono gli addetti ai lavori, ossia l’eliminazione dell’ostruzione delle vene, del torace e della testa, che sarebbero alla base della Ccsvi.

Aurelia Guberti, presidente del comitato etico dell’ospedale S. Anna ha commentato: “Ora la sperimentazione potrà essere avviata. Il via libera da parte del comitato etico è definitivo'”.

Ma numerosi sono quelli che nutrono più di qualche dubbio sull’esistenza di un collegamento tra Ccsvi e sclerosi multipla. I neurologi della Società italiana di neurologia invitano ad “evitare facili illusioni e interventi terapeutici non indicati“. In particolare, riguardo alla mozione presentata al Senato da Ignazio Marino e Antonio Tomassini, il presidente Sin, Antonio Federico, ha mostrato perpelessità: “non è corretto non ritenere che esistano ancora molti dubbi ed incertezze nei confronti di un complesso argomento, sul quale si stanno confrontando esperti nazionali ed internazionali“.

L’invito è verificare il più possibile quanto afferma Zamboni: “È indispensabile continua Federicosostenere la ricerca scientifica in tal senso e far sì che i risultati possano essere i più corretti possibile e scientificamente inattaccabili, in una problematica dove ancora oggi esistono numerose complessità metodologiche“.

Francesca Mancuso

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Giornalista pubblicista specializzata in Editoria, Comunicazione Multimediale e Giornalismo. Nel 2011 ha vinto il Premio Caro Direttore e nel 2013 ha vinto il premio Giornalisti nell’Erba grazie all’intervista a Luca Parmitano.