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Infedeltà: anche gli animali tradiscono

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Tim Birkhe, professore di ecologia comportamentale, racconta nel libro “Promiscuità” di un certo reverendo Frederick Morris che se ne andava in giro a predicare la fedeltà coniugale invitando i suoi parrocchiani ad “imitare” il comportamento esemplare e morigerato di un passeriforme noto come Prunella Modularis.

Il povero reverendo certo non sapeva che il candido uccellino è chiamato Passera Scopaiola e che non è certamente dedito alla monogamia. Oggi, che sappiamo che anche il cigno non è più monogamo, il sacerdote Morris avrebbe serie difficoltà a scegliere un esempio di candore nel regno animale visto che è diventata cosa rara.

Studi genetici hanno rivelato che, nel già esiguo gruppo di specie monogame, solo il 10% resta fedele. Sebbene più di 180 specie animali scelgono un solo partner con cui mettere su famiglia solo una piccolissima percentuale resta fedele.

In un certo senso si tratta di una infedeltà animale naturale. Cambiando la loro partner, i maschi incrementano le loro possibilità di procreazione. Le femmine, invece, alla continua ricerca del maschio migliore, quella di procreare una progenie di qualità superiore.

Nella nostra società i divorzi sono in costante crescita e, a quanto pare, una delle cause principali per la quale la coppia scoppia, escludendo le incompatibilità caratteriali, è la tendenza ad avere rapporti più o meno occasionali extraconiugali. Anche tra i cigni, da sempre esempio di fedeltà nel mondo animale, il 5% dei matrimoni fallisce. Una percentuale decisamente più bassa della nostra direte voi.

Generalmente nelle specie in cui il dimorfismo sessuale tra i sessi non è così evidente, dove non c’è il “più bello” della coppia, la tendenza alla monogamia è maggiormente presente come pure la cura comune della prole.

Al contrario, nelle specie in cui il maschio presenta una livrea più bella ed appariscente della femmina, assistiamo ad un vero e proprio tour de force del sesso. Il maschio tende ad accoppiarsi con un numero maggiore di partner dimenticandosi dei suoi doveri di padre.

Ma va detto in difesa degli aitanti Casanova che, se sono belli, la “colpa” è delle femmine che li hanno selezionati così di generazione in generazione, accoppiandosi costantemente con il “figaccione” di turno.

Anche tra le volpi, ad esempio, accadono fatti quantomeno bizzarri. Diversi allevatori hanno notato che i maschi si accoppiano normalmente con tutte le femmine con le quali entrano in contatto. Ma se il maschio viene trattenuto in compagnia di una femmina per un tempo più lungo, ecco allora che arriva l’amore ed il maschio si lega indissolubilmente.

La monogamia quindi tra i mammiferi è cosa abbastanza rara e spesso anche nelle coppie stabili non è detto che non ci sia qualche scappatella. Spesso questi flirt generano figli illegittimi. Come capita spesso anche nel mondo degli umani, dove c’è benessere e lusso può celarsi la corruzione dei costumi.

Dove invece il problema del pane quotidiano è la primaria necessità l’adulterio risulta meno diffuso. Se durante l’allevamento dei piccoli il cibo scarseggia i genitori avranno ben poco tempo per le distrazioni. Al contrario, se il cibo abbonda una scappatella può essere contemplata.

In alcune specie di uccelli, come quella delle Ostricarie, ad esempio, è addirittura contemplato il ménage à trois. Prima dell’accoppiamento le femmine si contendono il maschio con annesso territorio in una dura lotta all’ultima penna. Quella che viene sconfitta generalmente si allontana per curarsi le ferite. Però può anche capitare che assieme alla femmina vincitrice, decida di formare un triangolo amoroso insieme al maschio.

Le due contendenti si alterneranno nella copula con il maschio e insieme cureranno i piccoli neonati. Alla fine della stagione una delle due pretendenti abbandonerà il triangolo amoroso. Quest’esperienza che gli permetterà di li a poco di vincere un duello e di conquistare un maschio tutto per lei.

Insomma, in amore bisogna accettare la sconfitta… e magari imparare e mettere a frutto l’esperienza.

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