sindrome del follower

Sindrome del follower: la nuova dipendenza dei giovani social

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Si chiama “sindrome del follower” e ne soffrono ben 7 milioni di giovani fra i 16 e i 35 anni. È quello che emerge da un’indagine condotta da ISPO per l’Osservatorio Salute AstraZeneca su una nuova “malattia” che riguarda la dipendenza dalla rete e dalle tecnologie, che ormai fanno parte della vita quotidiana delle nuove generazioni.

Stando a quanto riporta Il Corriere, dai nuovi dati emerge come ben il 47% dei giovani non riesca più a fare a meno di internet, mentre uno su tre si sentirebbe perso senza smartphone. E i social network? Sono ben 600mila forzati i giovani che non riescono a stare lontani da Twitter, Facebook, Google Plus, Pinterest, ecc. il risultato è che oltre un milione di under 20 sono dipendenti dal web e quasi un milione e mezzo, invece, impazziscono senza smartphone e social network.

“I ragazzi sono fanatici, ormai, della comunicazione a tutti i costi: soprattutto le giovani donne amano parlare e lo fanno con tutti i mezzi possibili, compresi quelli elettronici, tanto da battere i coetanei maschi nella diffusione delle dipendenze da web, smartphone e social network. Il problema è che confondono la vita reale con quella raccontata in rete, il proprio vero sé con il profilo su Facebook”,

spiega Claudio Mencacci, presidente della Società Italiana di Psichiatria.

A quali problemi si va incontro?

“Il bisogno di apparire e raccontarsi agli altri sul web può rendere incapaci di “connettersi” a se stessi, di guardarsi dentro. – prosegue Mencacci – Per questo è importante che i ragazzi capiscano di non essere solo un profilo su un social network: non bisogna limitarsi a interagire con gli altri solo attraverso la tecnologia ma riscoprire il piacere degli incontri in carne e ossa, non si deve misurare il proprio “successo” con il numero di follower e amici su Twitter o Facebook. Perché la dipendenza, di qualsiasi natura sia, è sempre una cosa seria, che nasconde, in realtà, una grande fragilità e insicurezza nella vita reale”.

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