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Dimissioni Papa? Smentita, ma la prima notizia è ciò che conta

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Pare non sia il caso della notizia che da un paio di ore a questa parte riempie tutte le testate online del mondo: le dimissioni di Papa Benedetto XVI previste per il prossimo 28 febbraio. Ma scienza proclama: le persone a cui “piace” una notizia, continuano a crederci anche se viene smentita o corretta in tempo reale.

Si tratta del cosiddetto “Fast checking“, una pratica che consiste nello smascherare affermazioni false sul web, e ora una ricerca americana, condotta dalla Ohio State University, lo conferma.

Lo studio, che verrà presentato alla fine di febbraio al congresso sul Social Computing in Texas, ha coinvolto 574 adulti, ai quali è stato fatto leggere un blog politico nel quale si dichiarava – falsamente – che le autorità americane possono accedere liberamente alle cartelle cliniche elettroniche. I volontari sono stati divisi in tre gruppi: al primo è stato fatto leggere sul computer la smentita da parte di un gruppo considerato influente, al secondo la smentita è stata fatta leggere dopo tre minuti, al terzo non è stato detto nulla.

Solo chi ha dichiarato prima del test di essere favorevole alle cartelle elettroniche ha recepito la correzione – spiega Kelly Garrett, uno degli autori dello studio – mentre i contrari sono rimasti della loro idea. Correggere false convinzioni richiede una vera e propria persuasione, non è sufficiente dare una informazione accurata. Questo spiega perché ad esempio un americano su sei ancora crede che il presidente Obama non sia nato negli Usa nonostante un fact checking più che esaustivo”.

È un dato di fatto che nell’era di Internet e dei social network circolino molte più informazioni rispetto al passato, ma sta a noi cercare di convincerci che non tutto ciò che è pubblico corrisponde a verità.

Il Papa sta mentendo?

Silvia Bianchi

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