pigrizia

Che fatica la vita dei pigri!

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Di noia letteralmente non si può morire, ma di pigrizia sì. Stando a quanto dichiara un’indagine del Ministero della Salute, la mancanza di attività fisica nel nostro paese procura 28000 morti all’anno. Una cifra davvero enorme.

L’indagine

La ricerca ha analizzato usi e abitudini di un ampio spicchio della popolazione italiana portando alla luce questo dato disarmante.

I fattori considerati: tempo trascorso davanti alla TV e ai videogiochi –davvero allarmante per bambini e adolescenti– e qualità della vita messa in relazione ad alimentazione e attività fisica. Quanto è emerso ha fatto capire che la pigrizia non solo danneggia la vita in termini qualitativi, ma anche, conseguentemente, salutari.

Non solo mangiamo male, soprattutto poca frutta e verdura, ma non ci muoviamo praticamente più. C’è chi prende la macchina addirittura per andare a prendere i giornali! Queste cattive abitudini sono strettamente correlate non solo all’obesità, ma anche a diabete, tumori e malattie cardiovascolari.

Longevità

Se è vero che negli ultimi anni è aumentata la longevità e che circa il 61% della popolazione italiana si considera in buona salute, è vero anche che più di una persona su 10 si trova a convivere con almeno una patologia cronica.

Si è passati infatti da una speranza di circa 74 anni per gli uomini e di 80 per le donne nei primi anni ’90 a 78,4 e 84 anni, rispettivamente.

Mortalità infantile

È vero anche che è diminuita la mortalità infantile (-19% per gli uomini, -31% per le donne) e quella legata ai decessi per tumori, che comunque insieme alle malattie cardiovascolari causano il 70% delle morti nel nostro paese, ma è la gestione degli stili di vita che preoccupa, primi su tutti quelli relativi all’inattività fisica, il fumo e l’alcool.

Tutto ciò porta alla luce che sono addirittura 3,1 gli anni di vita in buona salute persi per invalidità e morte prematura. Senza contare che le stime attribuiscono al fumo da tabacco, in Italia, dalle 70.000 alle 83.000 morti l’anno e che oltre il 25% di questi decessi è compreso tra i 35 ed i 65 anni di età. Mentre stime recenti indicano in oltre 24 mila il numero delle morti in Italia correlate all’alcol tra soggetti over 20.

La pigrizia, il fumo e l’abuso di alcol rappresentano fattori di rischio sui quali intervenire a livello di prevenzione.

Cos’è la pigrizia?

Ma che cos’è questa fantomatica pigrizia? È la mancanza di determinazione nel compiere un’azione di cui si riconosce l’importanza.

Il termine deriva verosimilmente dal greco parèsis, che significa indebolimento, indolenza, rilassamento.

Chi crede in Dio può trovare la spinta a reagire alla pigrizia rispolverando gli insegnamenti del catechismo. Secondo la catechesi Cattolica infatti, la perseveranza di un tale atteggiamento costituisce uno dei sette peccati capitali, quello catalogato sotto il nome di accidia.

Chi ama invece la letteratura, troverà in Dante un alleato a questo distruttivo modo di vivere. Nella Divina Commedia infatti il poeta condanna l’ignavia –sinonimo arcaico della pigrizia appunto– a tal punto che pone la categoria di anime soggette a tale mancanza di forza di volontà, al di fuori di tutto. Tali anime non parrebbero nemmeno degne di andare all’inferno e infatti rimangono chiuse fuori dalle sue porte, considerate addirittura indegne di uno sguardo: “Non ti curar di loro ma guarda e passa”.

Senza arrivare alle fustigazioni ecclesiastiche o alla moralità estrema di Dante, piccoli accorgimenti nella vita di tutti i giorni potrebbero aiutare a vivere meglio, se non più a lungo. Mangiare più frutta e verdura a tavola, non bere troppo alcol, diminuire le sigarette, fare le scale a piedi invece di prendere l’ascensore, andare a prendere il tram alla fermata successiva rispetto a quella più vicina.

Stimolando il corpo si stimola anche la mente e una persona fiacca potrebbe ritrovare una voglia di vivere e di farlo bene che non sapeva nemmeno di avere in sé.

Tentare non nuoce che dite? E almeno così, mal che vada, incapperemo in un altro vizio e almeno un posto in un girone dantesco ce lo meriteremo pure noi invece di rimanere chiusi fuori dalla Divina Commedia!

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