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5 modi per rovinarsi la vita con Facebook

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Cari amici appassionati di social network, non inizia giorno senza che facciate una capatina su Facebook? Il vostro passatempo preferito è sbirciare gli status dei vostri amici? E adesso, dite: vi sentite stressati?

Se la risposta è si, la colpa è proprio di Facebook.

Vi sembrerà strano, eppure, è il verdetto di alcuni medici italiani autori di una lettera inviata alla prestigiosa rivista medica “The Lancet”. Secondo i cinque medici, Facebook sarebbe una grossa fonte di stress e potrebbe addirittura causare attacchi d’asma.

Partono da questo presupposto le 5 teorie raccolte da Wired secondo cui i social – network sarebbero strumenti potenzialmente dannosi per la nostra salute e non solo.

ASMA DA STRESS POST-FACEBOOK

Partiamo dalla famosa lettera a “The Lancet”: i medici firmatari raccontano la storia un diciottenne campano asmatico, la cui asma aumentava proporzionalmente alla sua “attività” su Facebook. Il ragazzo era stato lasciato dalla fidanzata, la quale lo aveva anche cancellato dalla lista degli amici. Il giovane era rimasto sconvolto dall’accaduto tanto da decidere di aprire un altro profilo – falso – per poter “spiare” le foto della ex. Ad ogni immagine sbirciata, però, il giovane perdeva letteralmente il respiro. E’ stato così che la madre ha chiesto aiuto a un medico che ha emanato il verdetto: asma da Facebook.

Lo stress psicologico è riconosciuto come causa scatenante di attacchi d’asma” – si legge nella lettera – “La relazione temporale con l’inizio dei sintomi suggerisce che l’accesso a Facebook è stato la causa scatenante delle crisi asmatiche, nelle quali un ruolo chiave potrebbe averlo giocato l’iperventilazione. Le osservazioni dei medici italiani, naturalmente, non attestano una connessione diretta tra social – network e asma ma rappresentano piuttosto un importante punto di partenza per uno studio sull’incidenza dei social – network come fattore di stress psicologico.

CANCRO, INFARTI E DEMENZA: COLPA DELL’ISOLAMENTO DA FACEBOOK

Il dottor Aric Sigman è tra gli studiosi maggiormente accaniti nei confronti di Facebook. I suoi studi, l’anno scorso, hanno svelato che il crescente isolamento a cui conducono i social network potrebbe addirittura determinare malattie gravissime.

Secondo Sigman, infatti, l’utilizzo di Facebook (ma anche di mail o sms) sta rapidamente sostituendo gran parte delle nostre relazioni sociali e, segregarsi in casa, modificherebbe il modo in cui lavorano i geni (“socially regulated genes”), riducendo le difese immunitarie e peggiorando il funzionamento delle arterie fino alla nascita di malattie cardiovascolari, di tumori e addirittura di problemi mentali. Fortunatamente, le sue sono solo ipotesi, ma è ovvio che rimanere in casa chiusi tutto il giorno davanti al computer non è del tutto salutare.

PROBLEMI DI DIPENDENZA: FACEBOOK COME UN DROGA

In inglese vengono definite “Social Network addiction” o “Friendship addiction” cioè una sorta di dipendenza da connessione, aggiornamento e controllo della propria pagina web e da amicizia. Che Facebook possa dare dipendenza è abbastanza intuitivo: più o meno tutti conosciamo persone che non perdono occasione per controllare la propria bacheca. Ma ormai questa dipendenza sta assumendo proporzioni tali da scomodare psicopatologi di tutto il mondo.

E, proprio come accade nelle dipendenze da sostanze, anche le dipendenze da social network presentano preoccupanti sintomi di craving, tolleranza ed astinenza e danno pure assuefazione.

Inoltre, la corsa ad avere più amici provocherebbe una distorsione del senso dei veri rapporti amicali e a sua volta una vera e propria dipendenza da amicizia o “amico-dipendenza”.

Quando la connessione non è possibile si presentano seri sintomi psicologici come ansia, depressione, attacchi di panico, problemi di sonno, insicurezza o suscettibilità.

Senza contare problemi sociali e/o familiari con un graduale isolamento. Anche a livello fisico possono subentrare molteplici problemi come ad esempio emicrania, stress oculare, iper sudorazione, tachicardia, crampi (a causa delle numerose ore passate davanti al computer) e forte stanchezza.

OCCHIO AI TOPI D’APPARTAMENTO E AI CREDITORI

Avete debiti? Limitate l’uso di Facebook! Potrebbe succedere che la persona che vanta credito nei vostri confronti cominci a pedinarvi sfruttando i vostri contatti.

Usate spesso Facebook Places? Avete pensato che potreste facilitare di molto la vita degli stalkers? Inoltre, rischiate di facilitare anche il lavoro dei topi d’appartamento che potrebbero derubarvi comodamente mentre voi siete fuori casa e l’avete urlato ai quattro venti.

Un utilizzo ingenuo di Facebook, poi, può essere rischioso anche per il lavoro e le relazioni di coppia: ci sono persone che controllano i profili Facebook di chi si candida per un lavoro, ed ex fidanzate inferocite pronte a taggare a tradimento foto imbarazzanti e video compromettenti.

NON CI INDURRE IN TENTAZIONE MA LIBERACI DA FACEBOOK

“Niente Facebook per le coppie sposate”, intima il reverendo del New Jersey Cedric Miller.

A ispirare il divieto è stato un giovane personal trainer – Elliott Subervi – che dopo aver aperto il profilo su Facebook è stato aggiunto da tantissime ragazze (è arrivato a 2000) che hanno iniziato a tempestarlo di messaggi languidi e ammiccanti nonostante sul profilo fosse indicato chiaramente che l’uomo era sposato. Pizzicato dalla moglie, l’uomo ha chiuso l’account e ne ha aperto uno nuovo “famigliare”. Ma il reverendo aveva già emesso il verdetto: basta con le amichette virtuali per i mariti della sua congregazione!

Tutte teorie legittime – anche se in alcuni casi avremmo qualcosa da obiettare! – ma, per completezza di informazione, bisogna aggiungere che, qualche volta, Facebook è riuscito a salvare la vita delle persone: come nel caso dell’aspirante suicida di Castelsardo o della ragazza siciliana costretta a prostituirsi che è stata salvata grazie ad un SOS lanciato proprio su Facebook.

Silvia Pluchinotta

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