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Donne: è un inganno del cervello a farci vedere più grasse

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Possono consolarsi tutte le donne che davanti a uno specchio stanno male: si vedono più grasse di quello che sono perché il cervello percepisce un peso almeno del 30% maggiore! E nella peggiore delle ipotesi arriva ad aggiungere al corpo delle poverette non solo due taglie, ma addirittura il 60% di carne in più.

L’University College of London ha infatti pubblicato i risultati della loro indagine su PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences). Capitanati dal dottor Michael Longo i ricercatori hanno preso in esame un gruppo di 18 volontari e hanno fatto loro nascondere al mano sinistra sotto a un tavolo: senza poterla quindi vedere, è stato loro chiesto giudicare 10 aspetti della mano incriminata, come la lunghezza delle dita o la posizione delle nocche, e indicarne le posizioni. Questo per poter ricreare la mano stessa così come è vista e percepita dal cervello per poterla confrontare con quella reale.

Una sorta di disegno cerebrale insomma. Risultato? Tutti hanno avuto un’intuizione sbagliata della propria mano: sia la distanza tra un dito e l’altro che la lunghezza degli stessi è risultata maggiore di quella effettiva. La mano cerebrale risulta quindi più grande rispetto a quella reale.

La causa starebbe nella pelle: al cervello arrivano svariati segnali sensoriali proprio tramite il corpo. La diversa percezione del corpo ha radici subconscie e anche per questo in alcune persone è maggiore che in altre; nelle donne, proprio perché più soggette ai mutamenti corporei, l’effetto distorsione del cervello sarebbe maggiore. Tra l’altro va sottolineato però che alcuni soggetti durante il test hanno avuto una visione corretta delle loro mani se paragonate ad alcuni modelli dati: il che vuol dire che si può avere una visione corretta del proprio corpo solo se paragonato ad un altro.

Il risultato è in ogni caso sorprendente: le donne sono davvero più magre di quello che pensano e questo potrebbe davvero essere molto utile non solo nel capire le problematiche psicologiche legate ai disturbi alimentari – nei quali è la dismorfofobia a distorcere pesantemente la percezione del proprio corpo – ma anche per far tirare un sospiro di sollievo al migliaio di donne che guardandosi allo specchio non si sentono mai pronte alla prova bikini. Capita spesso infatti che, anche se non ossessionate dal cibo e con un corpo in forma, le donne si sentano pesanti o non al top: è il cervello che ingigantisce la realtà e, tranquille, non solo quella emotiva!

Se allora da un lato il cervello è bravissimo a stimare calorie e a riconoscere al volo il grasso nei cibi semplicemente osservandoli – si veda a tal proposito lo studio pubblicato a febbraio su Neuroimage e svolto da un equipe di studiosi svizzeri – non lo è altrettanto col corpo. Impiega meno di 200 millesimi di secondo a distinguere un alimento ricco di grassi da uno light, ma altrettanto poco a far prendere un colpo alle donne in un camerino di un negozio: tutte noi sappiamo quanto gli specchi e quei dannati faretti ci abbiano impedito almeno una volta nella vita di comprarci un vestito che in realtà, ora lo sappiamo, ci stava bene!

Ma se allora ci vediamo realmente più grasse di quello che siamo, addirittura fino a due terzi in più, cosa possiamo fare per sentirci a nostro agio se l’unica voce che ascoltiamo è quella che dal cervello passa per lo specchio? Semplice, dovremmo, almeno ogni tanto, non dargli troppo retta! Dovremmo essere più forti noi e non cercare nell’approvazione esterna, che venga da altre persone o da oggetti inanimati come le superfici riflettenti, la sicurezza in noi stesse che nessun altro può darci se non appunto il nostro amor proprio. E se proprio non riusciamo a vederci belle nemmeno così, ricordatevi che la bellezza è una condizione interna: se si è belli dentro e si sta bene con se stessi ce lo si legge non solo in viso ma su tutto il corpo. E solo allora gli specchi non faranno più paura!

Valentina Nizardo

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