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Cervello umano: ha raggiunto il massimo della sua evoluzione!

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Gli esseri umani “di oggi” potrebbero essere i più intelligenti di sempre, dal momento che il nostro cervello potrebbe aver raggiunto i limiti massimi del proprio sviluppo.

Insomma, il sogno di una razza umana super evoluta, magari con capacità telepatiche o telecinetiche, non potrà mai realizzarsi: più intelligenti di così non è possibile. Ed è tutta una questione di fisica.

A spiegare il perché è Simon Laughlin, professore di Neurobiologia all’università di Cambridge, nel libro Work Meets Life. La mente umana pesa poco, il 2% dell’intero peso corporeo, ma consuma quasi 1/5 dell’energia che serve a tutto l’organismo. Il numero di connessioni tra le cellule – da cui dipende l’intelligenza di una persona – non potrebbe più aumentare in modo significativo a causa della quantità di energia necessaria per farle lavorare. Di conseguenza, di più di così non si può: dovremmo consumare troppa energia per essere ancora più intelligenti.

Abbiamo dimostrato – spiega Laughlin – che, per funzionare, il cervello ha bisogno di consumare energia in misura notevole, proprio come il cuore. E si tratta di un’esigenza così grande da limitare le nostre prestazioni. Per profonde capacità di deduzione – continua il neurobiologo – ne serve molta, perché il cervello deve trovare nuovi collegamenti fra informazioni che vengono da fonti anche completamente diverse. Tutto ciò significa che c’è un limite alla quantità di notizie che possiamo elaborare“.

Ma, secondo Ed Bullmore, professore di psichiatria all’Università di Cambridge, c’è anche un’altra barriera che separa il nostro cervello da un ulteriore evoluzione : la miniaturizzazione delle cellule del cervello, che sarebbe ormai arrivata a un punto limite. In poche parole, non c’è spazio sufficiente per un’ulteriore significativa crescita.

Bullmore ha misurato l’efficienza con cui parti differenti del cervello comunicano fra loro, scoprendo che gli impulsi erano tanto più veloci quanto più si era intelligenti e brillanti. Impulsi lenti, quindi, per chi ha poca “materia grigia”.

L’alta integrazione delle reti cerebrali sembra associata a un alto quoziente di intelligenza“, spiega Bullmore aggiungendo che “Si paga un prezzo per l’intelligenza: essere più intelligenti significa migliorare le connessioni tra diverse aree del cervello e questo si scontra contro forti limiti in termini di energia e di spazio“.

E il “peggio” deve ancora venire: secondo i neurobiologi di Cambridge esiste la possibilità che in futuro, anziché evolversi ulteriormente, il nostro cervello potrebbe addirittura regredire. Se si verificassero alcune condizioni, come una carenza delle riserve di cibo, potremmo diventare meno intelligenti, perché l’energia andrebbe convogliata su altre più utili funzioni. “Il fatto che il cervello ha avuto fasi di espansione e di contrazione durante l’evoluzione – conclude Laughlin- dimostra quanto i cambiamenti delle circostanze abbiano influito”.

Altro che telepatia e telecinesi, la razza umana del futuro potrebbe assomigliare più all’uomo di Neanderthal che a un supereroe dei fumetti.

Roberta Ragni

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Dopo una laurea e un master in traduzione, diventa giornalista ambientale. Ha vinto il premio giornalistico “Lidia Giordani”, autrice di “Mettici lo zampino. Tanti progetti fai da te per rendere felici i tuoi amici a 4 zampe” edito per Gribaudo - Feltrinelli Editore nel 2015.