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La clamidia: sintomi e cure nell’uomo e nella donna

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Tra le malattie sessualmente trasmissibili più comuni, la clamidia può essere asintomatica e, se non curata bene, può persino causare infertilità.

Nella maggior parte dei casi colpisce donne sessualmente attive, con un picco di incidenza intorno ai 20 anni. Vediamo dunque nel dettaglio in cosa consiste questa patologia.

La clamidia è un’infezione batterica causata da un microrganismo, Chlamidia trachomatis, che viene trasmesso attraverso i rapporti sessuali. Generalmente, i sintomi sono piuttosto leggeri e spesso il suo decorso è asintomatico, tanto da non essere spesso riconosciuto dalle persone che ne sono colpite. Proprio per questa sua caratteristica, la clamidia viene identificata come una “infezione a trasmissione sessuale silenziosa“. Tuttavia, non deve essere sottovalutata, perché può causare seri danni all’apparato riproduttivo.

I sintomi associati a questa infezione compaiono normalmente a distanza di 7-12 giorni da rapporti sessuali non protetti con una persona infetta. Nelle donne i sintomi sono per lo più dolore durante la minzione, perdite sanguinolente al di fuori del ciclo, dolore durante o dopo i rapporti sessuali, dolore nella parte inferiore dell’addome, perdite vaginali anormale.

Se non curata adeguatamente, i sintomi possono aggravarsi e causare un’infiammazione pelvica o, nel peggiore dei casi, l’infertilità. Le donne affette da clamidia hanno, inoltre, una probabilità di rischio di contrarre il virus dell’HIV cinque volte più alta.

Anche negli uomini, la clamidia può essere dolorosa. In genere, i sintomi comprendono dolore durante la minzione, prurito uretrale, fastidi testicolari – dolore o gonfiore – e perdite uretrali. Anche in questo caso, se mal curata, la clamidia può causare epididimite, un’infiammazione dei condotti nella zona retrostante i testicoli, e la sterilità.

Diversi sono i fattori di rischio: età compresa tra i 16 e i 24 anni, recente o abituale cambio di partner sessuale, assenza di metodi di barriera di contraccezione, amnesi positiva per altre malattie sessualmente trasmissibili, mancato uso di preservativi – che, oltre ad evitare gravidanze indesiderate, proteggono da malattie a trasmissione sessuale.

Per quanto riguarda la sua trasmissione, questa avviene attraverso il seme e le secrezioni vaginali e, nel caso in cui venga diagnosticata alla paziente, tutti i suoi partner devono sottoporsi ad una terapia antibiotica anche se non presentano sintomi, per evitare il dilagare dell’infezione. Una donna incinta infetta può passare l’infezione al neonato, durante il parto, che si manifesta come un’infiammazione agli occhi e all’apparato respiratorio: la clamidia è, infatti, una delle prime cause di congiuntivite e di polmonite nei neonati.

La diagnosi avviene attraverso un apposito tampone che rileva la presenta del batterio e può essere curata con facilità attraverso gli antibiotici, se individuata in tempo. Con la giusta terapia, i sintomi possono sparire in pochi giorni, ma ciò non vuol dire che sia effettivamente passata e che si possa ricominciare ad avere rapporti sessuali.

Per prevenire la clamidia, gli esperti consigliano di evitare rapporti a rischio, uno screening annuale per tutte le donne sessualmente attive di età inferiore ai 25 anni, per quelle di tutte le età – che cambiano partner di frequente – e per quelle in stato di gravidanza.

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Silvia Bianchi

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