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Gli uomini amano le linee morbide

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Non ti meriti di avere tutti quei bei vestiti. Tu mangi carboidrati!” diceva una sconcertata Emily, assistente di Miranda-diavolo-Priestly ad Andy, la protagonista del film Il diavolo veste Prada.

La disperazione di Emily, che per amore della moda smette di mangiare qualsiasi cibo che possa contribuire al deposito adiposo, è quella che affligge molte donne, convinte dalla tv e dai media che il corpo debba essere magro, magrissimo, quasi filiforme.

È proibito mostrare accumuli di ciccia, forme generose – dove per forme generose si intende del vero grasso e non una quinta misura di reggiseno ottenuta tramite sapiente lavoro chirurgico – e rilassatezza del ventre. Al posto della pancetta va sfoderata una tartaruga scolpita con ore di dure sudate in palestra. Donne magre, scattanti e… decisamente poco sexy.

Non c’è nulla da fare: la donna scheletrica, nervosa, che si muove in modo meccanico, non attira il maschio italiano. Che, ancora oggi, è sedotto dalla morbidezza di un corpo pieno di curve, burroso e sensuale. Il dato è confermato da uno studio effettuato da Found!, agenzia di Mood Marketing Communication che si è preoccupata di monitorare ben 1200 maschi, tra i 20 e i 55 anni di età.

A quanto riportano i dati, più dell’80% degli uomini dichiara di gradire la rotondità tipica del corpo femminile. Quindi, della sana “ciccetta”, che sbuchi da gonne, pantaloni o abiti aderenti. Le donne perfette, magre fino all’eccesso, non attirano, non suscitano desiderio ma ansia. Del resto, come è ormai dimostrato, il rapporto con il cibo riflette molto bene il rapporto con il proprio corpo e con la sessualità. Una donna un po’ in carne, che non si limiti a brucare lattuga scondita, per pranzo, e anzi dimostri di apprezzare i sapori della buona tavola è un invito all’erotismo.

Dimostrare una certa golosità – basta che non si scada nell’ingordigia – nella scelta del cibo, è un atto estremamente provocante. Gustare il dolce, mostrando quanto piacere procuri al palato, è un invito irresistibile, per un maschio sano.

Gli intervistati hanno anche dichiarato di essere sedotti in egual misura da corpo e mente e di desiderare una donna ironica, complice, bella ma non eccessiva, sexy ma non troppo provocante, intelligente ma non troppo complessa, dolce ma con personalità, non troppo timida e non troppo aggressiva.

Una donna, insomma, ma non troppo qualcosa.

Dosi massicce di grinta, determinazione e indipendenza non sono consigliate.

Ancora una volta la scienza ci dimostra che la gatta in difficoltà – la donna lamentosa e priva di risorse proprie che accalappia il maschio con l’antichissimo metodo del “oh, sono tanto in difficoltà, solo tu puoi salvarmi”, ha la prevalenza nell’immaginario dell’uomo medio. Che, ahinoi, si convince di essere un eroe e alimenta questo legame basato sul bisogno, preferendo una storia scontata e nota alla prospettiva di poter essere messo in discussione da una compagna intelligente, arguta, creativa e capace di creare una propria strada.

Allora, forse, sarebbe il caso di organizzare corsi di svenevolezza, per tutte quelle donne che esulano dalla categoria delle vittime designate, e di rafforzamento della sicurezza interiore, per tutti gli uomini che si sentono minacciati dalla forza femminile. Chissà, magari, che non ci si incontri a metà strada…

Fiammetta Scharf

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