immagine

Ma che cos’è il Bunga Bunga?

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin

Gli Italiani sono un popolo di ludici curiosoni. Vogliamo conoscere, sapere, documentarci.

Con la consapevolezza e l’orgoglio di aver fornito al mondo arte, ricchezza e cultura, attraverso le opere dei magnifici maestri dell’epoca rinascimentale, la popolazione parlamentare nostrana è ora impegnata in un’immensa opera di svecchiamento dell’immagine nazionale in senso folkloristico.

Ed ecco che durante un’intervista all’ennesima passeggiatrice procace, viene citato un gioco nuovo, l’antica pratica del Bunga Bunga, di libica memoria.

Il Manuale delle pratiche erotiche per signori annoiati, un imperdibile capolavoro della letteratura sexy (esclusiva di wellMe.it), attribuisce l’origine del cruento rituale alla cultura popolare africana. Trattasi, in sostanza, di rito punitivo, secondo il quale il colpevole veniva privato delle vesti e lasciato in balia di un gruppo di signori dall’umore alterato e poco incline al perdono.

È, insomma, una pratica orgiastica a base di sesso anale, particolarmente violenta per contenuto e modalità.

Cosa possa avere a che fare un così barbaro rito con gli harem nostrani è cosa difficile da capire.

Sappiamo da fonti certe, quali il prestigioso testo di Elio e le Storie Tese, ottimo artista, che il rituale è stato modificato e raffinato dal colonnello Gheddafi. Questi, dopo aver stilato le regole e cambiato qualche particolare, l’ha esportato nel nostro paese, riscuotendo, come pare, un notevole successo.

Via i signori inquieti e infuriati. Non servono, bastano un maschio o due.

Al posto della vittima, sostituita da stuoli di entusiaste e consenzienti fanciulle, un gruppo di almeno una decina di donne.

La regola della privazione dei vestiti è rimasta, per documentare l’antica origine e dare quel senso di continuità tanto caro agli storici del costume.

Per rendere il tutto più esotico, qualche ragazzina discinta che serva da bere, regalando un voyeuristico piacere a se stessa e ad altri.

I maschi, dunque, osservano, le donne agiscono. Come spesso succede nella vita quotidiana.

Ciò che succede è lasciato alla fantasia e all’iniziativa delle protagoniste.

Questo passaggio ricorda un grande successo dell’industria hard americana: il Topa party. Come è facile intuire dal nome, il soggetto della pellicola è una festicciola, dove, al posto di torta e candeline, si festeggia con vibratori, giochini e lubrificante. Vi lasciamo immaginare quali siano i regali e cosa riguardino le sorprese.

Siete invidiosi? Volete anche voi provare un brivido imperdibile?

Organizzatevi un Bunga Party casereccio.

Basta munirsi di stanza attrezzata, senza mobili che ostacolino le delicate operazioni, tre o quattro donne disponibili (tenete conto che si tratta della versione tascabile del gioco) e un certo numero di attrezzi erotici. Poi, un po’ di musica, molto alcool, che serve a rendere tutti più elastici e disponibili e tanta fantasia.

Ballando sulle note del Bunga Bunga…

Fiammetta Scharf

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin