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Broccoli e banane prevengono le ricadute nel morbo di Crohn

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Broccoli e banane sono un’accoppiata vincente: insieme prevengono le ricadute della malattia di Crohn, una patologia cronica che provoca l’infiammazione del tratto gastrointestinale o digerente. È quanto emerge da uno studio condotto da alcuni ricercatori dell’Università di Liverpool (GB), che ha testato un’ampia gamma di frutta e verdura per valutarne gli effetti sulla patologia.

L’indagine riguarda in particolare alimenti che sono stati bolliti nell’acqua fino a diventare un estratto di fibra solubile, spiega un articolo pubblicato sulla rivista scientifica ‘Gut’. Sono stati passati in rassegna diversi ortaggi e frutti, ma la piantaggine (parente stretta della banana) e il broccolo sono apparsi gli unici in grado di bloccare i batteri E.coli e a impedirgli di arrivare alle cellule intestinali prelevate da campioni di tessuto umano.

Jonathan Rhodes, autore principale dell’indagine, spiega come “lo studio è interessante perché mostra per la prima volta che la fibra solubile può impedire ai batteri di penetrare nell’intestino. La banana e il broccolo, rispettivamente, bloccano la trasmissione dell’E.Coli del 45 e dell’82%“.

Rhodes sta ora organizzando un trial clinico con 76 malati di Crohn per testare l’efficacia degli ortaggi sull’organismo umano. Se i risultati saranno positivi, conclude lo scienziato si spiegherebbe perché in India e nell’America centrale ci sia un’incidenza bassissima della malattia: qui, infatti, l’alimentazione è ricchissima di piantaggine. Al contrario questa patologia è invece particolarmente diffusa nei Paesi occidentali industrializzati: il motivo sarebbe proprio una dieta povera di fibre e ricca di alimenti lavorati e prodotti a livello industriali.

Sulla scoperta è intervenuta anche l’associazione Crohn’s and Colitis, che riunisce pazienti con patologie infiammatorie e croniche a livello intestinale, che ha affermato: “Ci auguriamo che analoghe ricerche vengano anche compiute per approfondire come funzionano le cellule M per difendere l’intestino, anche per quanto riguarda un altro batterio comune nelle infezioni intestinali, l’escherichia coli“.

Rosamaria Freda

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