Non sono state ancora accertate le cause della scomparsa di Whitney Houston, trovata morta lo scorso 11 febbraio nella vasca da bagno dell’albergo in cui soggiornava in attesa di partecipare alla serata di assegnazione dei Golden Globe. Mancherebbero però soltanto pochi giorni al responso definitivo derivante dall’autopsia eseguita dai medici sul corpo della popstar.
Dalle prime indiscrezioni provenienti da Oltreoceano, è possibile supporre che la morte della cantante non sia stata provocata per mano di un eventuale omicida. Non ci sarebbero state aggressioni nei suoi confronti, data l’assenza di segni visibili di violenza sul suo corpo. Pare inoltre non vi siano collegamenti tra l’accaduto e persone facenti parte dell’entourage della cantante, medici compresi.
È dunque altamente probabile che la Houston sia scomparsa a causa di un tragico incidente, anche se per averne la certezza sarà necessario attendere il responso degli esperti. Nella sua stanza d’albergo sono state trovate prescrizioni relative ad ansiolitici ed antidepressivi, che erano parte integrante delle cure a cui la cantante si sottoponeva.
Sarebbe da escludere, fino a prova contraria, anche l’ipotesi di un suicidio. Secondo fonti considerate certe dalla stampa americana, Whitney non avrebbe agito deliberatamente al fine di togliersi la vita. Che non possa trattarsi di suicidio sembrano essere certi anche i famigliari della star.
Nel frattempo pare sia già in preparazione un documentario in sua memoria, che racconterà i momenti più gloriosi della sua carriera artistica e musicale. La candidata favorita a vestire i panni di Whitney nella versione cinematografica della sua vita sembra essere Rihanna. La stesura delle sceneggiatura del biopic è stata affidata a Clive Davis, amico intimo della popstar e noto produttore musicale.
Marta Albè