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Genitori separati: le linee guida per i figli

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Nel difficile momento di una separazione, i figli vanno ascoltati con attenzione modulando il dialogo con loro secondo l’età. È questa una delle indicazioni più importanti delle Linee guida per l’ascolto del minore in separazione e divorzi, elaborato dall’ordine degli psicologi del Lazio e recentemente presentato in una tavola rotonda.

In caso di separazione consensuale, quasi sempre i due genitori sono d’accordo sulla gestione dei figli. In caso, invece, di una separazione non consensuale, l’audizione del minore si rende quanto mai indispensabile. In particolare, da quando è entrata in vigore la legge n°54 sull’affido condiviso (2006) il problema dell’educazione e dell’affidamento dei figli è diventato più complesso. Questa legge ha fatto dei grandi passi avanti rispetto soprattutto alla genitorialità del padre, finalmente coinvolto attivamente nella gestione dei figli.

Secondo questa legge che mette al centro proprio i figli, ogni minore ha diritto di continuare a vivere un vita molto simile a quella di prima (stessa città, scuola, abitudini come la palestra) con lo stesso tenore di vita e con una continuità anche rispetto al rapporto con i genitori. Grazie a questa legge, l’affido esclusivo ad un unico genitore è stato definitivamente superato. Tuttavia, se questo aspetto è, in effetti, migliorato, quello che si è complicato, invece, è stato il peso di ogni genitore nell’educazione del figlio. Ecco perché si è resa necessaria, in alcuni casi, un’audizione dei minori.

Le nuove linee guida dell’ordine degli psicologi del Lazio si sono soffermate soprattutto sulla qualità di quest’ascolto. In particolare, prima del compimento del dodicesimo anno di età, il bambino deve essere seguito prima da uno psicologo che possa accertarne le capacità di discernimento e la facoltà di giudizio. Sarà poi questo stesso esperto a riferire al giudice le sue decisioni. Il colloquio deve avvenire senza lunghe attese, in un luogo protetto, con dolcezza e attenzione. Ma anche con consapevolezza. Lo psicologo, infatti, ha il dovere di riferire al bambino che le sue decisioni saranno esposte a una persona importante che deciderà (il giudice).

Tuttavia, lo psicologo ha anche il dovere di rassicurare il bambino sul fatto che comunque starà con entrambi i genitori. Secondo la relazione delle linee guida, sarebbe importante che il bambino senta in maniera “attiva” la riorganizzazione familiare: gli consente una maggiore autostima e fiducia in se stesso. Inoltre, lo psicologo ha il ruolo, importante, di gestire l’emozionalità del bambino che in un momento come quello della separazione, è messa a dura prova. È facile che il bambino tenda a chiudersi in sé e a diventare aggressivo. Per questo è importante che l’impatto con giudici e tribunali sia mediato e gestito in maniera delicata.

Le linee guida riguardano anche quello che devono evitare di dire e fare i genitori. Mai dire frasi del tipo: “L’ho fatto anche per te” oppure “ora devo occuparmi del tuo futuro”. Il bambino sente già una forte incertezza sul domani e caricarlo di ulteriori angosce non serve ed è controproducente. Mai utilizzare il bambino come detective facendosi raccontare dell’altro genitore e mai criticare l’altro. Secondo le linee guida i genitori devono continuare a essere tali, anche se non c’è più l’amore. Una cosa che sembra molto semplice ma in realtà richiede uno sforzo di impegno e intelligenza.

Sara Tagliente

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