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Cioccolato: svelato il meccanismo per cui si diventa dipendenti

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Dipendenza. Quella che scatena il cioccolato è vera e propria dipendenza. Che sia al latte o con i cereali, il cioccolato rende ghiotti e mette d’accordo tutti.

Parola dei ricercatori americani dell’Università del Michigan, secondo cui barrette&Co sono in grado di influenzare il nostro cervello. In alcuni esperimenti di laboratorio, gli studiosi hanno verificato che il cioccolato aumenta il ruolo del neostriato, cioè di due regioni del corpo striato del cervello, il caudato e putamen, e i livelli di encefalina, il neurotrasmettitore del dolore e del processo di ricompensa. È per questo che si ritiene che che l’assunzione di cioccolato provochi una sensazione di piacere tale da portare poi alla dipendenza.

Spiega la capo-ricercatrice: “Il risultato dimostra che il cervello dispone di sistemi più estesi per rispondere ai processi di ricompensa generati dalla dipendenza da alcune sostanze chimiche che aumentano il desiderio. Una novità rispetto alle conoscenze attuali“. Non solo, ma “fino ad oggi, la zona del neostriato era stata legata principalmente alle funzioni del movimento. Ma ci aspettiamo che i risultati dimostrati, per ora solo nel ratto, possano dirci molto di più sui processi alla base delle tendenze ad abbuffarci di bon bon e cioccolatini“.

Ora va da sé che rimane un’unica raccomandazione. Non approfittate di fondamenti scientifici per fare incetta di qualsiasi tipo di cioccolato troviate al supermercato, compreso quello alle arachidi. Ricordate che, a parità di scorpacciata, è sempre più buono e salute il cioccolato fondente e amaro, per le sue provate proprietà benefiche.

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Giornalista pubblicista, classe 1977, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing e correzione di bozze. Direttore di Wellme.it per tre anni, scrive per Greenme.it da dieci. È volontaria Nati per Leggere in Campania.