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I 5 sensi dell’appetito: come viene stimolata la nostra gola?

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Guardare un piatto colorato, respirare il profumo che emana, sentire il rumore di un cibo croccante, toccare dei legumi, e gustare un sapore speziato, sono azioni che stimolano le nostre emozioni.

Vista

La vista è certamente il primo senso che viene coinvolto, anche prima di sedersi a tavola. Già nel momento dell’acquisto, il colore del cibo, o della sua confezione, attira la nostra attenzione. Siamo meno attratti da colori scuri come il grigio o il marrone (a meno che non si tratti di cioccolata fondante!), e siamo portati ad acquistare confezioni che ricordano la freschezza: colorate di verde, di giallo, di arancione e di rosso. Non c’è da stupirsi dunque se interi studi di marketing vengono dedicati alla forma e al colore della confezione!

Ma la vista è importante anche da un punto di vista puramente fisiologico: stimola la produzione della saliva e dei succhi gastrici, i quali preparano lo stomaco alla digestione del cibo.

Tatto

In una scena del film “Il favoloso mondo di Amélie”, la protagonista immerge la mano in un sacco pieno di legumi, e lentamente li fa cadere, lasciandoli scivolare tra le dita. Tutti quelli che hanno visto il film, sono rimasti affascinati da quel movimento e almeno una volta hanno messo la mano dentro al sacchetto delle lenticchie. Avete provato anche voi vero? È una sensazione molto piacevole, che attiva il senso del tatto. Mangiare con le mani, toccare il cibo con le mani, poi con la lingua e con i denti, ci aiuta a percepire la sua durezza o la sua friabilità, la sua consistenza. Il tatto influenza il nostro giudizio sul cibo. Provate a pensare a una patatina fritta: siamo ancora invogliati a mangiarla se quando la tocchiamo è molle?

Olfatto

Ora che siamo stati attratti da un cibo e dopo averlo toccato, possiamo annusarlo. Il profumo di un cibo ci può ricordare un momento particolare o ci può far rivivere una sensazione. È stupefacente il potere del nostro naso! Per esempio vi sarà capitato, verso la fine di ottobre, di stare in una stanza con altra gente (un’aula a scuola o un ufficio) e di sentire l’odore di buccia di arancio che qualcuno sta mangiando. Aspro ma dolce, il profumo di questo agrume ci invoglia a mangiarlo.

L’odore che sentiamo ci aiuta a capire se un cibo è fresco o se si sta deteriorando. Ma questo non è sempre vero. Pensiamo al gorgonzola: l’odore che emana, e che si diffonde all’interno del frigo, non ispira molto, anzi spesso disgusta, ma in realtà al gusto può risultare molto piacevole!

L’olfatto aiuta la vista nella produzione delle secrezioni. L’aroma del cibo attiva i neuroni presenti nell’epitelio olfattivo, che sono collegati al sistema limbico, centro della memoria e dei ricordi.

Udito

Può sembrare il senso meno coinvolto, ma in realtà anche ciò che sentiamo influenza le nostre scelte. Ripensiamo un attimo alla patatina: se è croccante, quando la mastichiamo, sentiremo il suo rumore tipico che sarà collegato alla sua freschezza. Così anche per un morso di mela o per il pane fresco.

Anche i rumore ambientali possono influire sul momento del pasto: ascoltare musica ad alto volume ci spinge a mangiare più velocemente e dunque a goderci meno il sapore del cibo. Una curiosità: il rumore delle forchette ci predispone mentalmente al cibo!

Gusto

Ultimo, ma non certo per importanza, il gusto ricopre un ruolo fondamentale. È infatti nel momento in cui l’alimento viene introdotto nella bocca e masticato che ne sentiamo il sapore e possiamo finalmente decidere se ci piace o no. Il recettori gustativi sono presenti sul lato superiore della lingua, nella mucosa del palato, nella faringe e nell’epiglottide. Tutta la lingua è sensibile ai gusti, ma con intensità diverse e ogni zona sente un gusto diverso: la punta è più sensibile al dolce e salato, le zone laterali al sapore acido, mentre l’amaro è sentito dalla parte posteriore.

La sensibilità ai diversi gusti e la capacità di riconoscerli variano a seconda dell’età e delle condizioni di salute dell’individuo. Cosa molto particolare, ma che in realtà riassume tutta la soggettività del mangiare, è che ogni individuo sente un gusto diverso. Se facciamo mangiare a diverse persone lo stesso cibo, nello stesso momento e nelle stesse condizioni ambientali, e poi chiediamo loro di descriverne il gusto, avremo tante risposte diverse quante sono le persone coinvolte!

Importantissimo è, inoltre, il retro gusto. Un alimento che dopo un solo morso può risultare sgradevole, dopo qualche istante può essere piacevole perché lascia in bocca un gusto molto buono. Questa potrebbe essere una caratteristica dei formaggi o dei cibi speziati.

I 5 sensi sono certamente importanti per assaporare fino in fondo un cibo, e soffermarsi qualche secondo su ognuno di loro, potrebbe addirittura amplificare la sensazione di piacere che proviamo mangiando. Così, mangiare anche un pasto semplice in pausa pranzo, potrebbe diventare un’esperienza sensoriale molto piacevole, rilassante e, perché no, sensuale!

Silvia Bellucci

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