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Frutta secca: amica o nemica della linea?

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Valida alleata di una dieta sana o pericolosa tentazione? Preziosa fonte di fibre e minerali o riserva abbondante di zuccheri e calorie?

Sono alcuni degli interrogativi che gravitano attorno alla tanto gustosa quanto famigerata frutta secca. Apporta infatti sostanze necessarie all’organismo, ma rispetto alla frutta fresca presenta un quantitativo di zuccheri fino a dieci volte superiore.

Cosa fare allora? Come valutare l’incidenza della frutta secca sulla dieta ed il suo contributo all’aumento del peso corporeo?

Di tale questione si è occupato uno studio pubblicato su Nutrition Research, che ha preso in esame oltre 13mila persone, considerando nel complesso il loro tenore di vita, il regime alimentare seguito ed il peso corporeo. È emerso che coloro che inserivano regolarmente nella dieta quotidiana un quantitativo di almeno 20 grammi di frutta secca, avevano nel complesso un’alimentazione più sana e regolare rispetto a coloro che non ne consumavano affatto. Assicuravano infatti al proprio organismo un apporto costante di vitamine A, E, K, Sali minerali e fibre e manifestavano minori problemi di sovrappeso.

Quale il motivo? Molto probabilmente la scelta della frutta secca è in grado di appagare il desiderio di dolce. Il suo consumo evita di cedere alla tentazione di cibi con più elevato quantitativo di zuccheri e dunque decisamente più calorici di mandorle, nocciole o uvetta. Un ulteriore studio pubblicato sul British Journal of Nutrition, di cui vi abbiamo già parlato, documenta che le donne in menopausa che mangiano regolarmente prugne secche raggiungono livelli più alti di densità ossea.

Si tratta tuttavia di informazioni da vagliare con cautela e soprattutto da non utilizzare come esplicite giustificazioni di un consumo smodato di frutta secca. Come sottolinea anche la dottoressa Valeria Del Balzo, dell’Unità di ricerca Scienza dell’Alimentazione e Nutrizione-Università La Sapienza di Roma:

“Si tratta di risultati interessanti, che però necessitano di approfondimenti, volti anche ad identificare i potenziali composti responsabili di questi effetti. Non dimentichiamo comunque che è sempre la dieta nella sua totalità a dover essere considerata, con particolare attenzione, nel caso dell’osteoporosi, agli apporti di calcio e di vitamina D. L’aggiunta di un etto di frutta secca al giorno, come nello studio citato, senza gli opportuni adattamenti, può facilmente portare ad un sovraccarico di zuccheri e di calorie. Meglio, quindi, puntare su porzioni più moderate, da consumare al posto di altri alimenti che, come nel caso di molti snack, non possono certo vantare un apporto di minerali, di fibra e di antiossidanti pari a quello della frutta secca”.

Equilibrio è la parola chiave, in una costante ricerca volta ad armonizzare gusto ed esigenze nutrizionali.

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