Fonte foto: iNews.bg

Mihaileanu, la sorgente dell’amore

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È trepidante l’attesa per l’arrivo nelle sale cinematografiche italiane dell’ultima pellicola firmata dal regista di origini ebraiche Radu Mihaileanu, “La sorgente dell’amore”, in uscita venerdì 9 marzo dopo essere stata presentata e positivamente accolta lo scorso anno in occasione del Festival di Cannes.

Nel film il regista racconta lo scorrere della vita quotidiana in una piccola località situata al confine tra il Medio Oriente e l’Africa Settentrionale, un villaggio senza tempo, dove da secoli le donne si occupano di andare presso il pozzo a raccogliere l’acqua, che trasporteranno in grandi brocche sorrette sulla loro testa, proprio come avviene nell’immaginario comune.

Alcuni accadimenti inaspettati sovvertiranno la consueta routine, spingendo le donne del villaggio ad uno sciopero dell’amore e del sesso, per obbligare i loro uomini a sobbarcarsi del pesante e spesso pericoloso compito cui essi si sono sottratti costantemente nel corso delle generazioni.

Le donne riescono in tal modo ad appropriarsi del ruolo di protagoniste di un cambiamento quasi epocale all’interno della loro società, grazie ad un gesto che pare abbia avuto dei precedenti nella storia e nella mitologia, a cui il regista ha dichiarato di essersi ispirato per la costruzione della trama della pellicola.

Mihaileanu iniziò a scrivere la sceneggiatura nel 2006, curandola nei minimi dettagli, per dare vita ad un film che la critica ha già definito come un capolavoro e che potrà essere sicuramente apprezzato nel nostro mondo, guidato dalla frenesia, dove gran parte delle tradizioni del passato, nel bene e nel male, sono ormai sepolte da tempo.

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