alberi relax

Alberi, che relax!

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin

Sembra una cosa stravagante, ma fin dall’antichità si sapeva bene quanto potere positivo potesse essere sprigionato dagli alberi: relax per il corpo e la mente e ci aiutano a combattere l’insonnia e la depressione.

A tutti sarà capitato di sentirsi meglio semplicemente camminando in un parco e lasciandosi cullare dal fruscio delle foglie mosse dal vento.

Se invece non si ha paura di ciò che la moderna “stregoneria” Wicca insegna, ci si può fidare del nostro istinto per riconoscere il nostro albero guida. Basta avvicinare una mano a un tronco per sentirne fluire l’energia e basta annusarlo per sentirsi in qualche modo tutt’uno con esso e con la natura.

Certo le sensazioni liberate sono legate non solo all’albero scelto, ma anche allo stato d’animo del momento di chi lo sceglie.

Ogni mese ha un suo albero. Ad esempio febbraio ha il noce a rappresentare il cervello umano: gli antichi usavano le noci contro la malattia mentale e la depressione e come equilibrante naturale in grado di accrescere l’attenzione. Giugno ha il tiglio, che rilassa e cura l’insonnia.

Attualmente la naturopatia sta prendendo sempre più piede in concomitanza con una certa orientalizzazione delle cure tradizionali. Ma gli alberi non sono solo in grado di curare le malattie coi loro frutti.

Non solo il Feng Shui lo sa! Se inizialmente in questa disciplina gli alberi venivano usati come fattori protettivi, si è subito capita la loro importanza nel migliorare il “chi”, la linfa vitale della terra.

Agire sui sentieri e sulle posizioni delle piante in un giardino è efficace quanto agire sull’interno della casa nell’apportare equilibrio ed armonia. Già mille anni prima della nascita di Cristo, i cinesi progettavano i loro giardini secondo i principi del Feng Shui. Lo scopo era quello di trovare un equilibrio tra lo yin e lo yang, facendo combaciare la natura col prodotto delle mani dell’uomo.

“Solo facendo questo si credeva che i padroni del giardino avrebbero potuto vivere in armonia con la cosmologia naturale e l’ambiente artificiale”.

Da qui la regola fondamentale che vorrebbe gli alberi piantati nelle zone a est e sud-est del giardino, eccetto quando sono necessari come barriera.

Anche gli arredatori non dediti a questa antichissima dottrina, sanno che le piante collocate nel salotto non sono solo un decoro. Sono un modo per accogliere gli ospiti e rendere l’ambiente più familiare. Per questa stanza suggeriscono allora piante a foglia larga e tonda con i rami rivolti verso il basso, come la Dieffenbachia.

Ma il potere degli alberi è stato oltremodo riconosciuto: ci si può perfino andare ad abitare. E non solo per tornare un po’ bambini, ma proprio per sfruttarne appieno i benefici. Forse sarà un trend all’ultima moda, sta di fatto che di case sugli alberi ce n’è davvero per tutti i gusti e per tutti i portafogli.

Tra l’altro le più richieste sono proprio made in Italy: date un occhio al sito per farvene un’idea.

E se prima di fare questo passo decisivo volete fare una prova, potete provare la vacanza sugli alberi! Ebbene sì. In India e sugli atolli delle Maldive, ma anche in Europa – in Carinzia, Svezia, Francia, Italia – esistono alberghi costruiti sulle piante.

Vere e proprie suite dotate di ogni comfort, farebbero perdere la testa anche ai più dubbiosi. Stare su una tree house per qualche giorno, scarica lo stress della vita quotidiana, non solo con un distacco mentale dai ritmi abituali, ma anche e soprattutto fisico.

Tutto questo dà come sempre da pensare. Gli alberi fanno parte del nostro mondo e da sempre sono stati usati come veri e propri “amici” che possono starti vicino senza bisogno di parlare. Perché mai privarsi del loro supporto per poi dover sentire il richiamo di andare a viverci sopra?

Basterebbe davvero avvicinarsi ad essi sentendoli parti di quel tutto che tutti ci governa ma che anche è formato da tutti noi. Basterebbe respirare a pieni polmoni l’aria filtrata dalle foglie mosse dal vento e lasciarsi in balia di noi stessi per vivere più sereni.

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin