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Stress: 5 miti da sfatare

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Sembra che in questi anni si sia dato troppo peso al concetto di stress, un problema moderno sempre più diffuso in tutte le fasce di popolazione e a tutte le età. A dirlo è la dottoressa Dana Becker, insegnante di Social Work al Bryn Mawr College in Pennsylvania.

La Becker ha infatti pubblicato un libro in cui vengono sfatati alcuni dei luoghi comuni più noti che riguardano lo stress, un fenomeno che certamente va controllato e non sottovalutato ma che allo stesso tempo non è neppure da sovrastimare. Insomma è necessario il giusto equilibrio per poterlo gestire al meglio.

Dopo l’uscita in libreria di “One Nation Under Stress: The Trouble With Stress as an Idea”, questo il titolo del libro, la Becker è intervenuta sul Washingon Post chiarendo 5 punti fondamentali che riguardano lo stress.

1. Sonno, esercizio fisico e sana alimentazione possono ridurre lo stress

Da una parte è vero che prendersi cura di noi stessi ci può aiutare a stare bene dall’altra però scrive Dana Becker: “broccoli al vapore e 30 minuti sul tapis roulant non ci aiuteranno ad attenuare lo stress“. Questo perché non bisogna lavorare sugli effetti dello stress, ma sulla causa, la dottoressa infatti sottolinea “Mangiare frutta e verdura non farà molto per la madre single che ha tre figli e un datore di lavoro arrabbiato che può facilmente trovare un altro dipendente se questa si presenta in ritardo“.

2. Lo stress rende le persone più vulnerabili alle malattie

Si sente spesso dire che lo stress incide sul sistema immunitario e può abbassare così tanto le difese del nostro corpo da farci contrarre anche malattie serie. “Si finisce per pensare che qualsiasi quantità di stress può danneggiare la nostra salute” ha dichiarato la Becker che continua poi “i professori Suzanne Segerstrom e Gregory Milleranalyzed in più di 300 studi sullo stress e sul funzionamento del sistema immunitario, non hanno trovato alcuna prova che lo stress renda le persone sane suscettibili alla malattia. In realtà, essi hanno concluso che il sistema immunitario è estremamente flessibile e in grado di gestire anche quantità di stress abbastanza grandi“. Casi a parte sono quelli di chi soffre di stress cronico, degli anziani o di chi è già malato.

3. La maggior parte delle persone esposte ad eventi traumatici sviluppa disturbi da stress post-traumatico

L’idea che il disturbo da stress post-traumatico sia una reazione normale ad eventi anormali è diventata popolare nella metà degli anni ’80. In realtà, a detta della dottoressa, la maggior parte delle persone che vive eventi traumatici non sviluppa poi disturbi particolari. Anche se il 60% degli americani adulti ha dichiarato di aver avuto nella propria vita almeno un esperienza traumatica, solo una percentuale compresa tra il 6,8% e il 7,8% ha poi sofferto di disturbi da stress post-traumatico.

4. Uomini e donne reagiscono allo stress in modo diverso a causa delle differenze genetiche e ormonali

Per oltre un decennio, le differenti risposte di fronte ad eventi stressanti di donne e uomini sono state collegate all’ossitocina, un ormone che viene rilasciato durante e dopo il parto. Le ricerche fatte su animali suggerivano infatti che l’ossitocina è in grado di incoraggiare le madri a comportarsi in maniera protettiva verso i propri piccoli lasciando da parte lo stress. Invece, secondo l’epidemiologa Sarah Knox, della West Virginia University, questo non basta a poter affermare che uomini e donne hanno differenti risposte ormonali.

5. Se le donne imparano ad affrontare meglio lo stress, saranno poi in grado di risolvere il conflitto lavoro-famiglia

È dagli anni ’70, quando numerose donne di classe media hanno cominciato ad entrare nel mondo del lavoro, che sono iniziati i consigli su come gestire lo stress di conciliare il lavoro retribuito con le responsabilità familiari. A questo proposito la Becker scrive: “Lavoro e famiglia non sono in conflitto: semmai è il lavoro e le politiche sul lavoro, il lavoro e le limitate possibilità nella cura dei figli, che sono in contrasto“. Invece che sugli effetti dello stress è necessario lavorare sui cambiamenti sociali che possono aiutare le famiglie, questa è la soluzione reale, a detta della Becker, per diminuire le condizioni stressanti delle donne.

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