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Tacchi: così Cenerentola si giocò un piede

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Al diavolo il detto “chi bella vuole apparire un po’ deve soffrire”. Quando si tratta di piedi, farsi uscire i lacrimoni può costare un dolore costante e dannoso.

A Londra, la Society of Chiropodists and Podiatrists ha scoperto che il 40% delle donne cammina su veri e propri trampoli o con scarpe troppo piccole o strette. Da un sondaggio condotto su 2 mila persone in Gran Bretagna è emerso che il 37% delle donne è pronta a indossare stoicamente un paio di scarpe all’ultima moda ma scomodissime.

E, nonostante dolori vari, che possono ripercuotersi su ginocchia, schiena e collo, unghie incarnite, vesciche e calli (ma che schifo!), poche sono le femminucce che richiedono l’aiuto di uno specialista e troppe quelle che non rinunciano alla moda.

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Incriminate, poi, anche le scarpe senza lacci, che fanno scivolare in avanti il piede facendo contrarre a lungo le dita.

Insomma, se ci vogliamo un po’ di bene, il segreto sta non tanto nel rinunciare al tacco seducente, quanto nell’accortezza di dare ai piedi delle significative pause di riposo. Quindi, limitiamoci a sollevarci di 10 centimetri solo nelle serate più importanti, per il resto scarpe con un tacco compreso tra i 3 e i 5 centimetri e con la punta rotonda possono bastare. Le dita, infatti, dicono gli esperti, devono essere comode, libere di muoversi e, in più, non devono toccare la punta della scarpa.

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Altra scelta da fare è quella dei materiali. Per chi trascorre molte ore in piedi, il consiglio è di preferire pelli e fibre naturali per la tomaia e cuoio per la suola. Se, invece, i piedi sudano parecchio, si possono utilizzare materiali che facilitano il ricambio dell’aria.

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Giornalista pubblicista, classe 1977, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing e correzione di bozze. Direttore di Wellme.it per tre anni, scrive per Greenme.it da dieci. È volontaria Nati per Leggere in Campania.