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Derivati animali: 9 prodotti comuni che ne contengono

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Non mangiare carne purtroppo non è sufficiente a non rendersi complici degli orrori degli allevamenti intensivi. In realtà, i prodotti derivati da animali si nascondono ovunque, perché, come spiega senza mezzi termini l’Ontario Farm Animal Council

“di ogni animale viene utilizzato in media il 98%. Di questo 98%, circa il 55% (in media) viene utilizzato per i prodotti alimentari e il restante 45% per prodotti non commestibili”.

Ossa, pelle, carne, organi interni, sangue, grasso finiscono lì dove non avreste mai pensato che fossero. Perché, come recita un triste detto popolare, “del maiale non si butta via niente“.

Lo dimostra chiaramente il libro Pig 05049 (qui il video: http://vimeo.com/10717795), dell’olandese Christien Meindertsma, un volume fotografico nato da una ricerca durata tre anni, in cui il maiale 05049 viene dissezionato, mostrando la fine che fa ogni sua singola parte.

Così, se una parte consistente diventa mortadella, come è facile intuire, non è altrettanto facile immaginare che quel maiale finirà nei chewing-gum che mangiamo o, sotto forma di gelatina, nella birra, nel vino, nei succhi di frutta, nei dolci.

Persino i farmaci, i dentifrici, le candele possono contenere derivati animali. Invece le sezioni di pelle suina vengono vendute ai tatuatori che le utilizzano per fare pratica.

Sapere dove finiscano i prodotti di origine animale non è un problema solo per coloro che, per motivi etici, di salute o di religione desiderano escluderli, come vegetariani, vegani, musulmani o ebrei Kasher.

Questi sottoprodotti provengono in larga parte dagli spaventosi e estremamente inquinanti allevamenti intensivi, luoghi di torture e di orrori. Quindi, anche gli onnivori un minimo consapevoli dovrebbero prestare attenzione.

E siccome spesso non sappiamo cosa contiene ciò che mangiamo e di cosa sono fatti gli oggetti che utilizziamo, ecco una lista redatta da Treehugger di 9 prodotti di uso quotidiano che non avremmo mai immaginato potessero contenere derivati animali:

Buste di plastica

Molte materie plastiche contengono grassi animali utilizzati come additivi per

“migliorare le proprietà dei materiali e/o per aiutare nella lavorazione dei polimeri primi”

afferma il sito Genetic Engineering and Biotechnology News. Alcune aziende, come la Tyson Foods, stanno sperimentando la produzione di plastica e adesivi provenienti dalla proteina cheratina, che si trova nelle piume di pollo.

“Un giorno pannolini usa e getta o i camici ospedalieri potrebbe essere fatto con questi materiali”

ha detto Jeff Webster, il vice presidente del gruppo della divisione prodotti da fonti rinnovabili all’USA Today.

Gomme per auto e biciclette

Se con il cibo, per individuare i derivati animali, si può ancora fare un minimo di affidamento sull’etichetta, per quanto riguarda la vostra auto o le gomme, sarà un po’ più difficile. L’unica cosa da fare è verificare direttamente dal produttore se è stato usato l’acido stearico, che aiuta la gomma degli pneumatici a mantenere la forma stabile nonostante l’attrito.

I ragazzi del Vegan Fitness forums sono già riusciti ad elaborare una lista di aziende che utilizzano un’alternativa di base vegetale per questo componente.

Strumenti musicali

La colla animale (ottenuta dalla bollitura di ossa e tessuti cognitivi) è apparentemente il migliore adesivo per il fissaggio di strumenti musicali in legno, come violini e pianoforti. Anche se a volte vengono utilizzate altre colle sintetiche, la colla animale è facilmente reperibile ed ampiamente usata per le correzioni dei mobili e la lavorazione del legno.

Biocarburanti

Canna da zucchero e mais sono le materie prime che vengono in mente in un primo momento quando pensiamo ai biocarburanti. Negli ultimi anni anche l’uso di grassi di origine animale (carne bovina e pollo) è entrato nella produzione di biodiesel.

Fuochi d’artificio

Che inquinassero l’ambiente è ormai risaputo, ma che fossero fatti con lo stesso componente utilizzato nel settore degli pneumatici, l’acido stearico, utilizzato per impedire l’ossidazione dei metalli potrebbe risultare un’assoluta novità. Persino un articolo su Wikipedia spiega che

“nei fuochi d’artificio l’acido stearico è spesso usato per rivestire le polveri di metalli quali l’alluminio e ferro. In questo modo si evita l’ossidazione, consentendo alle composizioni di essere conservati per un periodo più lungo di tempo”.

Ammorbidenti

Non tutti contengono derivati animali, ma è bene fare attenzione anche in questo caso, come dimostra l’ammorbidente Downy, in Italia conosciuto come Lenor, che contiene cloruro di ammonio dimetilico da sego diidrogenato, proveniente da bovini, ovini e cavalli.

Shampoo e Balsamo

Dopo aver imparato a leggere l’Inci dei cosmetici per sapere cosa ci spalmiamo addosso ed evitare i componenti chimici e dannosi, è bene sapere che anche alcuni shampoo e balsamo hanno ingredienti di origine animale. Oltre a evitare i prodotti testati sugli animali (Leggi: Come riconoscere i cosmetici non testati su animali) la PETA, ci avvisa sul fatto che esistono ben più di 20 componenti provenienti da animali.

Quando si legge ‘Pantenolo’, ‘Aminoacidi’, o ‘Vitamina B’ in una bottiglia (solo per citarne alcuni), potrebbero essere sia di origine animale che vegetale, ma la distinzione sull’etichetta non c’è. Alcune aziende hanno anche rimosso la parola ‘animale’ da alcuni ingredienti per non perdere i clienti.

Dentifricio

La glicerina si trova in grassi animali e vegetali, che hanno una composizione chimica contenente dal 7% al 13% di glicerina. Quando è separata, viene utilizzata in una vasta gamma di prodotti, dentifricio compreso. Anche qui distinguere se l’origine sia vegetale o animali è difficile. Ma molti prodotti di marche commerciali, come Colgate, hanno dichiarato di non utilizzare animali nei suoi prodotti. Se davvero volete stare sicuri, comunque, cercate di auto-produrre il vostro dentifricio in casa.

Ecco dei Rimedi naturali e fai da te per sbiancare i denti.

Zucchero

Non l’avreste mai detto, ma anche qui si nascondono derivati animali. La cenere purificata proveniente dalle ossa di animali viene utilizzata nei filtri per raffinare lo zucchero di alcuni marchi. Anche con lo zucchero di canna ci possono essere problemi: se è raffinato, infatti, è perché vi è stata aggiunta la melassa. Meglio optare, allora, per lo zucchero grezzo biologico.

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Dopo una laurea e un master in traduzione, diventa giornalista ambientale. Ha vinto il premio giornalistico “Lidia Giordani”, autrice di “Mettici lo zampino. Tanti progetti fai da te per rendere felici i tuoi amici a 4 zampe” edito per Gribaudo - Feltrinelli Editore nel 2015.