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A scuola di Fisioanalisi con il dottor Mastrodicasa

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Basterebbe saper leggere il nostro corpo, imparare ad ascoltarlo ed assecondarne i bisogni per stare bene.

Semplicemente, bisognerebbe non andare controcorrente se si sente l’esigenza di piangere e basterebbe ridere quando si sente il bisogno di farlo. In poche parole, occorrerebbe solo rispettare il nostro corpo. Che ci parla.

E, in linea di massima, è quello che la fisioanalisi si propone di fare: “ascoltare” il corpo per restituirgli il suo baricentro. Forse basterebbe anche auto-analizzarsi per accorgersi di tutte le posture portate da abitudini scorrette, posizioni “viziate” che conducono il nostro fisico ad una sofferenza prolungata nel tempo, latente e pericolosa a lungo termine.

L’Analisi fisica o fisioanalisi è una tecnica finalizzata al recupero spontaneo e risolutivo della propria postura eretta. È una pratica nata nel 1999 nella Asl Rm F di Civitavecchia, in un ambulatorio di analisi bioenergetica e si avvale di una tecnica che letteralmente rilegge il concetto di medicina e va diretta al problema. Annullandolo in modo definitivo e in breve tempo.

Con la fisioanalisi l’obiettivo è quello di individuare il dolore causa della postura errata. Basta un cilindro di legno per trovare e stimolare al paziente quel riflesso plantare indispensabile ai fini della terapia. È tramite il cilindro che il dottore stimola il dolore che porta il muscolo alla contrazione difensiva. Basta una sola seduta e, in un lasso di tempo di circa venti giorni, il paziente sarà in grado di riappropriarsi del movimento corretto dell’articolazione. Quando al contrario il sintomo è più importante, al paziente bastano cinque incontri.

Oggi è il dottor Giuseppe Mastrodicasa a raccontarmi qualcosa di più su questa tecnica e con lui sperimento un primo approccio.

L’analisi è molto semplice e richiede pochi passi: partendo dai piedi e dalle caviglie e continuando con anche e bacino, si giunge al tratto lombare nelle prime tre sedute; nel corso dei successivi due incontri, qualora il dottore lo ritenga necessario, ci si occupa della parte superiore del corpo, per arrivare alla cervicale. Insomma, un viaggio lungo il percorso del corpo con il fine di raggiungere un completo stato di distensione che permetta di vivere una vita più serena e, soprattutto, liberi dal senso di inadeguatezza e pesantezza che spesso ci affligge nei gesti quotidiani.

Si deve a Wilhelm Reich la prima intuizione sull’identità razionale tra il carattere di una persona e il suo atteggiamento corporeo. Reich chiamò ‘armaturà o ‘corazzà la serie di contratture e tensioni muscolari croniche del corpo che servono a proteggere e sostenere la persona dalle emozioni dolorose e minacciose. Fu poi l’allievo di Reich, Alexander Lowen, ad utilizzare gli insegnamenti del suo maestro per sviluppare una teoria e un metodo analitico che chiamò ‘bioenergeticà. La sua tesi è che il corpo e la mente sono uguali funzionalmente e, quindi, quello che succede nella mente riflette quello che succede nel corpo e viceversa. Basti pensare a tutti quei piccoli modi di posizionare i piedi e le gambe mentre si sta in piedi, magari semplicemente mentre si sta parlando con qualcuno. Impercettibili movimenti e posture che parlano di noi.

Il dottor Mastrodicasa sta cercando di far uscire la fisioanalisi dall’alveo dell’esperienza di nicchia. Tant’è che il suo obiettivo sarebbe quello di riuscire a realizzare una scuola per una squadra medica specializzata e riuscire a soddisfare le richieste che da tutta Italia continuano ad arrivare per questa terapia rapida e, soprattutto, a costo zero. Sì, perché come mi spiega lo stesso dottore “la terapia ha come risultato la distensione permanente della muscolatura diminuendo quindi, per il futuro, le spese per farmaci, risonanze o qualsiasi altro tipo di cura”. Senza considerare poi che anche una semplice seduta basterebbe ad alleviare in maniera definitiva i dolori muscolari più frequenti.

Come già detto, gli strumenti usati sono dei semplici cilindri di legno e un comune tappetino. Non occorre altro, visto che l’intento è quello di riposizionare il corpo all’interno dello spazio. Partendo dall’assunto che l’uomo sta in piedi, si riassume la vita dell’essere umano in una lotta perenne e costante con la forza di gravità. Nell’alzarsi in piedi, l’uomo utilizza delle leve, le cosiddette leve lunghe. Al contrario, nel caso in cui il suo movimento è coadiuvato dalle leve corte, ossia le vertebre, i muscoli risentono di questo sforzo innaturale. Inconsciamente, sono numerosi i pazienti che ricorrono all’aiuto delle leve corte per un’azione che, per quanto semplice e se fatta adeguatamente, comporterebbe un trend di vita più serena.

Il compito della fisioanalisi, dunque, è quello di evitare problemi causati da una postura innaturale, patologie dello scheletro e dei muscoli che, spesso, sfociano in vere e proprie malattie come la scoliosi. Ma c’è dell’altro. Mentre la medicina si affanna nella ricerca di metodi in grado di prevenire l’ictus e continua la sua strenua lotta contro il cancro, il dottor Mastrodicasa afferma che la soluzione a questi problemi la fisioanalisi già li ha. Se si riducono gli attriti, si arrecano meno danni alla muscolatura. E così via, in un susseguirsi di benefici a catena.

Tuttavia, il problema non si ferma solo nell’ambito ambulatoriale. Il Lazio, essendo una regione in deficit, non ha abbastanza fondi per garantire un adeguato sviluppo della tecnica. La lista d’attesa è molto lunga, anche anni, ma i pazienti accorrono da ogni parte d’Italia e, in numero crescente, anche da alcuni paesi europei. La Asl di Civitavecchia, oltre quello che ha già investito sulla fisioanalisi, rende fruibili le prime visite, durante la quale è già possibile provare giovamento da un allungamento muscolare. Per i successivi incontri, qualora si necessitino, allora l’attesa potrebbe rivelarsi molto lunga.

La fisioanalisi in storia, tecnica e recapiti è reperibile sul sito fisioanalisi.it.

Federica Vitale

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