atelofobia

Atelofobia: cos’è la paura delle imperfezioni che colpisce le donne

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin

Si sa, la perfezione non esiste. Ma per alcune persone le imperfezioni possono diventare una vera ossessione fino a tramutarsi in una fobia. Questo disagio, vissuto da chi appunto ha paura di non essere perfetto, prende il nome di atelofobia. Ad esserne maggiormente colpite sono le donne, insoddisfatte di come si vedono allo specchio e addirittura fobiche rispetto ad alcuni particolari del loro corpo che proprio non riescono ad accettare.

Atelofobia: cos’è e da cosa ha origine

L’atelofobia è considerato un disturbo d’ansia derivante dal bisogno di raggiungere la perfezione. Quest’urgenza induce l’atelofobico a porsi continuamente degli obiettivi, molti dei quali davvero difficili o addirittura impossibili da raggiungere, per sentirsi accettato. Chi soffre di questo disagio entra, quindi, in un circolo vizioso e non riuscendo ad arrivare all’obiettivo eccessivamente ambizioso che ci si è posti ci si ritrova delusi. Quel che si cerca di migliorare in se stessi solitamente non è un elemento che viene percepito come un difetto, anzi. Le persone atelofobiche cercano di migliorare ciò che è già apprezzato dagli altri.

L’atelofobia ha più livelli e la sua gravità varia da soggetto a soggetto. In alcuni casi, quando diventa una vera e propria ossessione, si può manifestare anche con sintomi a livello fisico, ad esempio con crisi d’ansia che possono sfociare in attacchi di panico, quindi con tachicardia, sudorazione fredda e senso di soffocamento. 

Ma da cosa ha origine questo disturbo? Non è sempre facile identificare le cause dell’atelofobia, visto che bisogna considerare diversi fattori, tra cui quelli legati al carattere, alla genetica e al contesto in cui si vive. In molti casi all’origine vi sono dei traumi, degli episodi drammatici legati ad una perdita oppure a un fallimento importante o semplicemente aspettative troppo elevate da parte della famiglia, del partner, degli amici o colleghi di lavoro. Indubbiamente gli eventi negativi non fanno altro che aumentare la propria insicurezza, facendo sentire la persona inadeguata.

Soggetti più a rischio atelofobia? Le donne

Ad essere maggiormente colpite da questo disturbo sono le donne, maggiormente esposte a continui confronti e paragoni rispetto agli uomini. La nostra società porta le donne a vivere costantemente con la sensazione di essere giudicate, in particolar modo come professionista, come moglie, come madre. Queste pressioni, che spesso caratterizzano sia l’ambito lavorativo che la sfera familiare, possono condizionarle al tal punto da vivere con un senso di inadeguatezza fino a sviluppare l’atelofobia.

Qualche anno fa il dottor Paolo Mezzana, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica, ha condotto un sondaggio online per indagare il rapporto tra donne e atelofobia. Da questa indagine sono venuti fuori dei risultati interessanti.

Dalle interviste è emerso che l’82% delle donne non si sente bella ma si definisce “normale” o “niente di che” e il 35% cambierebbe volentieri diversi aspetti della propria fisicità.

“L’atelofobia – ha dichiarato il dottor Mezzana – è una patologia seria che per alcune donne può diventare un ostacolo per la vita lavorativa e personale. Il processo ha origine a livello cerebrale ed è molto complicato porvi rimedio a livello fisiologico, ma è possibile offrire alla paziente un sostegno psicologico e suggerirle alcune soluzioni che le consentano di valorizzare i suoi pregi”.

Come sottolinea il dottor Mezzana, non è un caso che molte donne scelgano di rivolgersi al chirurgo plastico per correggere dei difetti che in realtà non esistono. La maggior parte delle donne intervistate vorrebbe cambiare la pancia e il naso, mentre non sentono il bisogno di “correggere” occhi e labbra.

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Per suggerimenti, storie o comunicati puoi contattare la redazione all'indirizzo redazione@wellme.it