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Raggi UVB o UVA: quali possibili danni?

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Il sole è un antidepressivo naturale ed è un ottimo alleato per il trattamento della psoriasi, ma allo stesso tempo può essere altamente dannoso per la nostra salute e creare danni a breve e lungo termine. Il rischio è legato alle radiazioni solari UVB e UVA. Ma quali sono i possibili danni?

Come spiega al Corriere della Sera Enzo Berardesca, direttore del Dipartimento di dermatologia clinica dell’Istituto dermatologico San Gallicano di Roma, “L’esposizione prolungata e ripetuta agli UVB favorisce l’accumulo di mutazioni nelle cellule dell’epidermide e quindi lo sviluppo di lesioni precancerose, quali le cheratosi attiniche, e di tumori. Più subdola è l’azione dei raggi UVA, meno potenti degli UVB, ma capaci di penetrare più in profondità, fino al derma. Questi raggi stimolano solo la melanina superficiale e il loro effetto sul colore della pelle è transitorio. L’esposizione prolungata agli UVA è la principale responsabile dell’invecchiamento precoce della pelle, nonché un fattore di rischio per lo sviluppo di un’altra classe di tumori cutanei, i melanomi, che si possono formare ex-novo o per degenerazioni dei nei“.

È necessario dunque prestare attenzione. Sono tante le precauzioni che si possono adottare ma vige sempre una sola regola: utilizzare il buon senso. Quindi evitare bagni di sole e l’esposizione nelle ore più calde, soprattutto le prime volte. Uno degli errori più frequenti che si commette con l’arrivo della bella stagione, infatti, è quello di esporsi al sole con una full immersion da week end: si passa dallo stare completamente vestiti allo stare sotto il sole per ore, il più delle volte senza protezione solare. Una prassi questa assolutamente da evitare.

È bene poi utilizzare sempre occhiali da sole per non recare disturbi agli occhi e le creme antisolari. Per quest’ultime, scegliere all’inizio fattori di protezione maggiore ed eventualmente ridurli nel corso dell’estate. Ovviamente il grado di protezione va scelto rigorosamente in base al proprio fototipo e deve essere tanto maggiore quanto minore è il fototipo: una carnagione chiara, povera di melanina, è molto più delicata di una scura che, grazie a un maggior contenuto di melanina, riesce a sopportare meglio i raggi ultravioletti.

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Nello scegliere la crema, badare sempre alla doppia protezione, sia contro gli UVB che gli UVA: oggi tutti i prodotti offrono la doppia difesa; alcuni di questi contengono anche enzimi capaci di contrastare gli effetti degli ultravioletti sul DNA. L’ultima novità del mercato, inoltre, sono i cosiddetti solari intelligenti, ultrasicuri e immunoprotettivi, in grado di consentire un’abbronzatura in tutta tranquillità, grazie ad uno schermo di tipo immunitario mediante il quale si può prevenire a monte il tumore della pelle, melanoma compreso.

Infine, è bene non centellinare la quantità di crema, da spalmare in maniera uniforme su tutto il corpo, e soprattutto riapplicare il prodotto ogni 2-3 ore.

Esporsi al sole fa bene alla salute ed è anche un piacere, ma non bisogna mai esagerare: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), ogni anno nel mondo muoiono circa 60mila persone a causa della sovraesposizione ai raggi UV; di queste, 48mila per melanoma e 12mila per carcinomi della pelle.

Fabrizio Giona

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