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Il rischio di Alzheimer aumenta per chi ha il vizio del fumo

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Fumare due pacchetti di sigarette al giorno aumenta del 150% il rischio di ammalarsi di Alzheimer.

Lo ha svelato una ricerca condotta dai ricercatori del Kaiser Permanente in California, diretta dalla dottoressa Rachel Whitmer e pubblicata su Archives of Internal Medicine.

Che il fumo in qualche modo intaccasse le funzioni cerebrali è un fatto già noto, ma la ricerca americana ha tentato di approfondirlo sotto il profilo delle malattie del sistema nervoso.

Lo studio si è sviluppato in due fasi. Sono stati osservati per 23 anni oltre 21 mila volontari con un’età attorno ai 50-60 anni. Nel primo periodo, dal 1978 al 1985 sono state poste loro alcune interviste, mentre nel secondo che va dal 1994 al 2008, gli studiosi sono passati agli esami veri e propri atti a verificare l’insorgere di forme di demenza.

Ebbene, il 25% delle persone mostrava fome di demenza, e il 13% l’Alzheimer. Dall’incrocio dei dati, è emerso inoltre che fumare due o più pacchetti di sigarette al giorno porta al 157% la probabilità di contrarre l’Alzheimer, al 172% il rischio di avere una forma di demenza vascolare e al 114% quello della demenza.

Ed ecco il commento dei risultati di Rachel Whitmer: ”Questo studio mostra che il cervello non è immune alle conseguenze a lungo termine del fumo pesante. Sappiamo che il fumo compromette il sistema vascolare influenzando la pressione sanguigna ed elevando i fattori di coagulazione, e sappiamo che la salute vascolare svolge un ruolo nel rischio della malattia di Alzheimer”.

Ma “salvarsi” è ancora possibile. Secondo la ricerca, infatti, per i 50enni, dopo 20 da quando hanno smesso di fumare, il rischio di ammalarsi di Alzheimer o di soffrire di demenza ritorna alla normalità. Forse sarebbe opportuno farci un pensierino.

Francesca Mancuso

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Giornalista pubblicista specializzata in Editoria, Comunicazione Multimediale e Giornalismo. Nel 2011 ha vinto il Premio Caro Direttore e nel 2013 ha vinto il premio Giornalisti nell’Erba grazie all’intervista a Luca Parmitano.